Aba Catania: il 52enne che ha vinto il Pna per la scenografia ad Arena

Aba Catania: il 52enne che ha vinto il Pna per la scenografia ad Arena

La bella storia dell’allievo che a 52 anni sta per diplomarsi e ha vinto il prestigioso premio immaginando, per il testo senza parole del Nobel Handke, una piazza Duomo catanese piena di specchi-scivoli.

Le parole del direttore  Gianni Latino per Aba Catania

“Arena non ha fatto in tempo a organizzarsi e quindi sono andato io a ritirare dalle mani della ministro dell’Università Maria Cristina Messa il riconoscimento, uno dei tredici assegnati quest’anno.

Noi avevamo avuto in tutto otto studenti selezionati nelle varie sezioni. 

Arena, che sta per conseguire il diploma accademico triennale in quella materia, ha vinto il premio per la sezione Scenografia teatrale, cinematografica e televisiva con il progetto per l’opera di Peter Handke dal titolo L’ora in cui non sapevamo niente l’uno dell’altro, elaborando bozzetti, foto, plastico e un video”.

Ma c’è un motivo in più per cui la vittoria di Giovanni Arena va celebrata, ed è il fatto che l’allievo di Aba Catania ha 52 anni.

Sì – ha confessato – non sono proprio di primo pelo. E se a 49 anni ho deciso di iscrivermi all’Accademia di Catania dopo aver lavorato fin da giovane nell’azienda di famiglia, che realizza arredamenti per locali commerciali, sentivo che mi mancava qualcosa. Era diventato tutto un po’ ripetitivo, banale. Io, tanti anni fa, mi ero diplomato in un Istituto tecnico per geometri. Negli ultimi anni avevo pensato che avrei potuto iscrivermi in Architettura. Poi ricordai quella definizione della Scenografia come architettura dell’effimero e per saperne di più mi recai nell’Accademia di Catania. Ed ebbi la fortuna di incontrare il prof. Zucco, un intellettuale capace di estrapolare da un testo letterario un’idea visiva da far diventare scena”.

“Quel progetto Arena lo portò all’esame su mio invito. Ho un legame forte con Handke, vincitore del Nobel per la Letteratura nel 2019: su un suo testo, Insulti al pubblico, che avevo scoperto per caso nella biblioteca della mia città, Taurianova, era incentrata la mia prima tesi, nel 1983.

Fu invece Mariano Nieddu, un attore sardo della compagnia teatrale Mana Chuma, a consigliarmi L’ora in cui non sapevamo niente l’uno dell’altro, testo senza parole, per rendere l’atmosfera della Pandemia. Con Arena lavorammo in Dad e con risultati ottimi.

Progettò questo attraversamento di spazi e oggetti, anche nella piazza del Duomo di Catania, con strutture leggere di specchi, scivoli che riflettevano la città. Siamo tutti felici di questo premio perché il percorso di uno studente si deve a tutti gli insegnanti del corso”.

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