Ad Aci Sant’Antonio torna la tradizionale festa estiva dedicata a Sant’Antonio Abate, con la vara e i Cerei.
Dal 31 luglio al 21 agosto, sfilate, esibizioni, cortei, giochi pirotecnici e musica.
In uno scenario suggestivo con le luminarie più grandi della Sicilia, animato da concerti, spettacoli e da “La notte bianca santantonese”, verrà reso omaggio, ancora una volta, al Santo Protettore di Aci Sant’Antonio.
L’APERTURA
I festeggiamenti prenderanno il via domenica 31 luglio alle 10:00 in piazza Maggiore, con l’ingresso del Cereo che, a partire dalle 12:15, sfilerà per via Vittorio Emanuele.
Giungerà dunque ai Quattro Canti dove sosterà nel corso del pomeriggio.
Alle 18:00, il festoso corteo del Cereo si snoderà fino a piazza Maggiore, tra musica e fuochi d’artificio.
La giornata si concluderà con il caratteristico spettacolo del Cereo e l’ingresso in Chiesa Madre, a partire dalle 20:00.
IL PROGRAMMA DI AGOSTO
Le celebrazioni proseguiranno venerdì 19, sabato 20 e domenica 21 agosto.
Nella prima giornata, il cereo uscirà alle 18:15 mentre l’ingresso in Chiesa Madre è in programma per le 23:30.
Alle 22:30, in piazza Maggiore si terrà il concerto delle “Cantate” e alle 24:00, uno spettacolo di luminarie a ritmo di musica.
Sabato 20, la svelata di Sant’Antonio Abate alle 10:00 e, alle 17:00, l’uscita del Cereo.
Alle 18:00, la trionfale “nisciuta” del Patrono e, alle 23:30, spettacolo pirotecnico al Parco comunale.
I festeggiamenti si concluderanno nella giornata di domenica: alle 18:30 e 19:30, le uscite del Cereo e del Santo e, alle 21:00, la grandiosa parata in piazza Unità d’Italia.
CENNI SUL SANTO PATRONO
Sant’Antonio Abate è uno dei più illustri eremiti della storia della Chiesa.
Nato a Coma, nel cuore dell’Egitto, intorno al 250 dopo Cristo, a vent’anni abbandonò ogni cosa per vivere dapprima in una plaga deserta e, successivamente, sulle rive del Mar Rosso.
Condusse un’esistenza anacoretica per oltre ottant’anni.
Già in vita, accorrevano da lui attratti dalla sua fama di santità: fedeli, pellegrini e bisognosi provenienti da tutto l’Oriente.
Anche Costantino e i suoi figli ne cercarono i consigli.
Per due volte, lasciò il suo romitaggio.
La prima, per confortare i cristiani di Alessandria perseguitati da Massimino Daia.
La seconda, su invito di Atanasio, per esortarli alla fedeltà verso il Concilio di Nicea.
A raccontare la sua vicenda fu un discepolo, Sant’Anastasio, che contribuì a farne conoscere l’esempio in tutta la Chiesa. Nell’iconografia è raffigurato circondato da donne procaci che simboleggiano le tentazioni.
O ancora, da animali domestici come il maiale, dei quali è popolare protettore.
IL CEREO DEI CONTADINI
Il Cereo dei Contadini, detto “U Tronu”, in stile impero, fu costruito con undici tipi di legni, tra cui il cedro del Libano.
Antichissimo e imponente, malgrado il peso di novecento chili, è comunque il più manovrabile tra tutti.
Gli otto angioletti scolpiti rappresentano un richiamo alla scultura classica.
Molto originali, i quattro fondali dipinti con le sculture a tutto tondo che descrivono la vita di Sant’Antonio Abate.
A realizzare la candelora dei contadini fu, nel 1896, la bottega dello scultore catanese Don Alessio.
Sembra che in passato vi fosse una lastra in marmo alla base.
Fu successivamente montata nel Collegio di Maria Santissima della Provvidenza di Aci Sant’Antonio.