#accatania. Una cara amica mi ha rimproverato di essere troppo duro con la nostra terra e forse ha ragione. Mi sono reso conto di essere eccessivamente critico verso quello che accade alla falde dell’Etna e soprattutto ho capito che è giusto anche parlare di ciò che va bene, perché ce ne sono di cose che funzionano…non tantissime, ma ce ne sono…
In particolare, nelle ultime settimane sono stato sempre più incuriosito da Aci Bonaccorsi, tanto da andare a trascorrerci qualche domenica mattina per appurare di persona quanto si dice sul conto della cosiddetta piccola Svizzera etnea. Au! È na meravigghia appiddaveru! Ogni cosa è al suo posto, curata e rispettata, e la res pubblica è davvero un bene comune al quale tutti tengono. Ci sono piste ciclabili unni caminunu sulu i bicicletti, piazze con aiuole curatissime e senza deiezioni canine saliate unni è ghiè, parchi con piste di atletica, campetti sportivi e attrezzi per la ginnastica ca nuddu spasciau u sicunnu jornu dopo l’inaugurazione. E poi ancora: manifestazioni di intrattenimento pubblico senza mao mao peri peri, zone a traffico limitato unni i machini non passanu piddaveru, e persino la differenziata che funziona…ma non comu dissi Savvucciu a simana scorsa, qui è vero e si attesta addirittura al 82,52%…praticamente una percentuale da Trentino – Alto Adige!
I catanesi ormai visitano il paese come fosse una chiesa antica da ammirare, ci manca sulu ca si fanu u segnu da cruci quannu arrivunu. I picciriddi ci putissunu iri in gita scolastica anziché andare a Piazza Armerina, perché c’è davvero da rimanere a bocca aperta. E, infatti, passeggiando per le sue vie ci si imbatte sempre in un susseguirsi di esclamazioni ammirate.
«Talia, na funtana cu l’acqua!»
«Piii è chinu di ciuri, mbare Kevinni ne scippari pi favuri!»
«Non ci su machini supra a banchina, forse non ci l’amu a mentiri mancu nuatri…»
«Incredibile, ci su macari i vaddia ca furriunu.»
«Au paremu all’olimpiadi, ci su genti ca fanu futtinghi a tutti i banni!»
Non c’è che dire, è una perla della quale andare orgogliosi senza se e senza ma.
Visto? Sono riuscito a parlare solo delle cose che vanno bene e soprattutto non ho fatto polemica…
E però na cosa l’haiu a diri, è più forte di me…io proprio non lo capisco perché cazzarola mi debba stupire nel vedere luoghi dove funziona la differenziata! Cosa c’è di speciale nel curare il verde, nel regolare il traffico e nell’avere piste ciclabili fruibili!? Cosa ha un cittadino di Aci Bonaccorsi più degli altri abitanti della provincia catanese? Perché le sue tasse ricevono in contropartita un’elevata qualità della vita e noi poveri mortali dobbiamo annegare nell’immondizia e nel degrado, per di più convincendoci che tutto ciò sia normale? È la prova provata che non siamo antropologicamente incivili, ma che all’inciviltà ci siamo abituati e adattati supinamente.
Il vero problema di questa terra è che si è stancata di indignarsi, ormai siamo talmente assuefatti al degrado che ci sembra la norma e la cosa che desta la nostra attenzione è una fontana che funziona piuttosto che un’altra divelta e piena di spazzatura al suo interno. E noi continuiamo ancora a cimentarci in uno sciocco tifo per questo o quel politico, che viene a raccontarci “sto facendo”, “sto lavorando”, “non è facile ma ci proverò” e tutti i buttanisimi ca n’incucchiunu?
Io credo che dovremmo arrabbiarci e pretendete da chi ci amministra molto, ma molto, di più. E quando qualcuno di lor signori, come spesso accade, ha il coraggio e la supponenza di rispondere che le cose sono difficili da cambiare e che vorrebbe vedere al suo posto chi lo critica, dovremmo ricordargli che il LORO mestiere è quello di risolvere i problemi e di portare i risultati ai cittadini, sono LORO ad essersi candidati promettendo spontaneamente qualsiasi mirabilia. È come se un chirurgo che non è capace di fare il suo mestiere si trincerasse dietro la difficoltà dell’operazione e chiedesse al paziente lumi su come si fa.
Se non si è in grado di amministrare, dunque, non ci si candidi nemmeno…oppure si vada a fare prima uno stage ad Aci Bonaccorsi, ché forse qualcosa può cambiare…
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