L’allieva Simona Tortorici del dottorato in Agricultural, Food and Environmental Sci dell’Università di Catania ha conseguito il prestigioso titolo di “Doctor Europaeus”.
Si tratta di una certificazione aggiuntiva al titolo di dottore di ricerca. Rilasciata quando i lavori finali di dottorato presentati rispettano i quattro parametri fissati dall’European University Association.
Per conseguire il prestigioso titolo, la tesi di dottorato deve ottenere il giudizio positivo da almeno due docenti appartenenti a istituzioni universitarie di paesi europei diversi tra loro.
Una parte della discussione della tesi deve essere effettuata in una delle lingue ufficiali dell’Unione europea diversa dall’italiano. Inoltre, almeno un componente della commissione d’esame deve appartenere a un’istituzione universitaria di uno stato europeo. Infine, la tesi deve essere in parte preparata in seguito a un soggiorno di ricerca in un altro paese europeo.
Un importante riconoscimento che l’allieva ha ottenuto nei giorni scorsi a conclusione degli esami finali di dottorato in Agricultural, Food and Environmental Science (XXXIV ciclo) del Dipartimento di Agricoltura, Alimentazione e Ambiente dell’ateneo catanese coordinato dal prof. Alessandro Priolo.
E in particolar modo grazie ad un periodo di mobilità svolto in Francia con ricerche al Laboratoire Agronomie et Environnement dell’Université de Lorraine e all’Institut national de recherche pour l’agriculture, l’alimentation et l’environnement (INRAe) sulla valutazione delle interazioni esistenti tra le piante e gli insetti, siano essi insetti dannosi o insetti utili.
Un tema al centro della tesi di dottorato dell’allieva Simona Tortorici dal titolo “Meccanismi di difesa e interazioni multitrofiche tra solanum spp. e tuta assoluta” (tutor la prof.ssa Lucia Zappalà del Di3A dell’Università di Catania; co-tutor i docenti Antonio Biondi dell’ateneo catanese, Romain Larbat dell’Université de Lorraine in Francia e Meritxell Pérez-Hedo dell’Instituto Valenciano de Investigaciones Agrarias in Spain).
“Ogni fattore esterno alla pianta può entrare in relazione con quest’ultima innescando risposte a cascata di tipo biochimico, comprendendo alterazioni del metabolismo che si trasformano in meccanismi di difesa e protezione della pianta – spiega la dott.ssa Simona Tortorici -. Nello specifico, esaminata la valutazione dei meccanismi di difesa coinvolti nella suscettibilità di diverse specie del genere Solanum, tra cui il pomodoro, a seguito dell’interazione con la temibile tignola del pomodoro. Di rilevante importanza la possibilità di inquadrare i risvolti applicativi dei risultati ottenuti nel contesto della gestione ecosostenibile della difesa delle piante coltivate”.
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