Sembra un paradosso, ma non tutte le medicine ci fanno bene: ecco la lista nera aggiornata dei farmaci da evitare.
Ogni giorno milioni di persone assumono farmaci per curare sintomi e patologie, spesso senza interrogarsi sugli effetti collaterali o sull’effettiva efficacia di questi medicinali. Eppure, il rischio è dietro l’angolo. Non a caso esiste una lista aggiornata di farmaci il cui rapporto rischio-beneficio è stato dichiarato sfavorevole. Non si tratta di pochi casi isolati, ma di oltre cento principi attivi che, secondo l’analisi di un’importante rivista scientifica indipendente, potrebbero non solo non apportare benefici, ma addirittura arrecare danni ai pazienti.
La lista è stata compilata da Prescrire, una prestigiosa pubblicazione specializzata francese, che per il tredicesimo anno consecutivo ha aggiornato la sua rassegna annuale dei farmaci da evitare. L’obiettivo? Proteggere la salute pubblica e informare i medici e i cittadini sui medicinali che potrebbero risultare inutili o pericolosi. L’edizione 2025 ha individuato ben 106 farmaci analizzati tra il 2010 e il 2024, con effetti indesiderati gravi e un’efficacia spesso inferiore rispetto ad alternative terapeutiche più sicure. Alcuni di questi farmaci sono comuni e ampiamente prescritti, tanto che potremmo averli assunti senza neanche sospettare i rischi…
I farmaci nel mirino degli esperti dalla A alla Z
Tra le “new entry” nella lista spicca la reboxetina, un antidepressivo che, nonostante la sua azione sulla ricaptazione della noradrenalina e della serotonina, si è rivelato meno efficace rispetto ad altri trattamenti e presenta effetti collaterali come perdita di appetito e disfunzioni sessuali. Fa invece il suo ritorno nella lista nera la fenfluramina, inizialmente esclusa ma poi reinserita per il suo sfavorevole rapporto rischio-beneficio nel trattamento della sindrome di Lennox-Gastaut. Al contrario, l’ulipristal, usato per i fibromi uterini, è stato rimosso dalla lista dopo che ne è stata revocata l’autorizzazione alla vendita a causa dei gravi danni epatici riscontrati in alcuni pazienti.
Le categorie terapeutiche coinvolte sono molteplici: si va dalla psichiatria, con farmaci come citalopram ed escitalopram, alla cardiologia, con principi attivi come ivabradina e aliskiren, fino alla dermatologia, con la finasteride e il tacrolimus topico. Anche farmaci comunemente usati contro il dolore, come il ketoprofene in gel e il diclofenac orale, sono sotto osservazione per i loro effetti collaterali potenzialmente gravi.
A fronte di questi dati, diventa essenziale adottare un atteggiamento critico e informato da parte del paziente. Affidarsi ciecamente a prescrizioni standardizzate potrebbe non essere sempre la scelta migliore. Consultare il proprio medico, chiedere informazioni dettagliate e valutare alternative più sicure sono passi fondamentali per tutelare la propria salute. La prossima volta che apriremo l’armadietto dei medicinali, forse ci penseremo due volte prima di aprire una confezione senza riflettere…