Roberto Latini prosegue la sua tournèe siciliana e giunge a Catania.
Sabato 9 aprile, alle ore 21:00, sul palco di “Zō Centro Culture Contemporanee“, l’attore e regista porterà sul palco “Amleto + Die Fortinbrasmachine“.
Lo spettacolo si inserisce nell’ambito di “AltreScene” in collaborazione con “Latitudini”, rete siciliana della scena contemporanea.
La rassegna si concluderà con “Il cortile”, per la regia di Valerio Binasco.
L’opera di Spiro Scimone, in scena con Francesco Sframeli e Gianluca Casale, è in programma per il 7 maggio.
Roberto Latini propone una riscrittura dell’Amleto attraverso lo sguardo di Fortebraccio, il Re che nell’opera di William, Shakespeare arriva a tragedia conclusa.
E che, in questo lavoro, rivalendosi dell’esperienza di riscrittura di Heiner Müller, rende il suo sguardo sublime e imperdibile nella particolare declinazione che lo caratterizza.
“Amleto + Die Fortinbrasmaschine” è la riscrittura di una riscrittura.
Con queste parole, Roberto Latini sintetizza il senso dello spettacolo, “su un palcoscenico sospeso tra l’essere e il sembrare”.
“Alla fine degli anni settanta – spiega – il regista – Heiner Müller compose un testo liberamente ispirato all’Amleto di William Shakespeare“.
Quella odierna è una scrittura scenica liberamente ispirata a “Die Hamletmaschine” di Heiner Müller.
“Lo facciamo – aggiunge – tornando a William Shakespeare e ad Amleto, con gli occhi di Fortebraccio, con l’architettura di Heiner Müller”.
“Intitoliamo a Fortebraccio il nostro sguardo sul contemporaneo – sottolinea – la caccia all’inquietudine nel fondo profondo del nostro centro, per riscriverci, in un momento fondamentale del nostro percorso”.
“Ci siamo permessi il lusso del confine e – spiega Roberto Latini – abbiamo prodotto da quel centro una deriva“.
O forse, sarebbe meglio dire una derivazione.
“Conserviamo la scrittura di Heiner Müller – conclude – la divisione per capitoli o ambienti, e componiamo un meccanismo, un dispositivo scenico, una giostrina su cui far salire, insieme, commedia e tragedia“.
La capacità del teatro di rivolgersi a se stesso, alle proprie funzioni e natura, per proporsi in forme mutabili e mobili: l’ Amleto di Roberto Latini ne è l’emblema.
Regia, drammaturgia e recitazione si accostano all’azione narrativa originaria trattando l’opera come un classico della contemporaneità.
La riflessione metateatrale, culturale e politica che ne viene fuori è potente.
L’ Amleto è una tragedia di orfani, protagonisti e antagonisti di un tempo in cui i padri vengono a mancare.
Chiunque può identificarsi in Fortebraccio, nella dimensione emotiva di figlio, straniero, estraneo e sopravvissuto.
Una condizione esplorata dall’arte, dal cinema e dalla letteratura da Pier Paolo Pasolini in poi, con la distanza che misura il presente e il divenire.
Attore, autore, regista, si è formato a Roma al “Il Mulino di Fiora”, studio di recitazione e di ricerca teatrale diretto da Perla Peragallo, diplomandosi nel 1992.
Negli anni ha fondato le compagnie “Teatro Es”, “Clessidra Treatro” e “Fortebraccio Teatro”.
Quest’ultima, riconosciuta dal Ministero per i Beni e le Attività culturali dal 1999 al 2018.
Si è laureato discutendo una tesi in Metodologia e Critica dello Spettacolo alla facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”.
Tanti i riconoscimenti al suo attivo.
Nel 2015, ha ricevuto il Premio della Critica per “I giganti della montagna”.
Per ben due volte, inoltre, è stato insignito del Premio “Ubu” come migliore attore.
Nel 2014, per il ruolo di Arlecchino ne “Il servitore di due padroni” e nel 2017 per “Cantico dei cantici”.
Da alcuni anni, incontra i colleghi attraverso due laboratori intitolati “L ’attore senza spettacolo” e “Where is this sight?” .
Ha diretto il Teatro “San Martino” di Bologna dal 2007 al 2012.
Lo spettacolo, che vede Roberto Latini impegnato anche in qualità di attore, si arricchisce delle musiche e dei suoni di Gianluca Misiti e delle luci di Max Mugnai.
La drammaturgia porta la firma dello stesso regista e di Barbara Weigel.
I movimenti di scena sono a cura di Marco Mencacci, Federico Lepri e Lorenzo Martinelli.
L’organizzazione è di Nicole Arbelli, le foto di Fabio Lovino.
Per accedere, è necessario il green pass.
Il costo di un biglietto intero è di venti euro; quindici soltanto per studenti e gruppi di almeno sei persone.
“Amleto + Die Fortinbrasmachine” è una produzione di “Fortebraccio Teatro”, in collaborazione con “L’arboreto – Teatro Dimora di Mondaino”, ATER Circuito Regionale Multidisciplinare – Teatro Comunale “Laura Betti” e Fondazione “Orizzonti d’Arte.
Lo spettacolo beneficia dei contributi del Ministero alla Cultura e della Regione Emilia-Romagna.
Prenotazione obbligatoria ai numeri 095 8168912 e 3281742045.
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