Nominato custode dell’autovettura sotto sequestro amministrativo poiché priva di copertura assicurativa. Ma ha preferito liberarsene consegnandola a un uomo che raccoglieva rottami.
Questo è ciò che è accaduto ad Adrano. Dove il personale del Commissariato di Pubblica Sicurezza, ha denunciato un 52enne, per sottrazione o danneggiamento di cose sottoposte a sequestro disposto dall’Autorità Amministrativa.
I fatti
L’uomo, infatti, nominato custode della propria autovettura, che il personale del Commissariato di Adrano aveva posto sotto sequestro a febbraio 2020, poiché priva di copertura assicurativa per la responsabilità civile verso terzi.
Nella circostanza, il veicolo, così come previsto dal Codice della Strada, sottoposto a sequestro amministrativo e affidato allo stesso trasgressore che avrebbe dovuto depositarlo in un luogo sicuro, non soggetto al pubblico passaggio, mantenendolo a disposizione degli organi di polizia competenti.
L’uomo, al momento del sequestro, aveva dichiarato la custodia del mezzo all’interno di un appezzamento di terreno recintato di proprietà dei suoceri. Inoltre, ha aggiunto che nell’autunno del 2021 gli era stato chiesto di spostare il veicolo in quanto d’intralcio. Scaduti i termini per il pagamento in misura ridotta e non avendo presentato alcun ricorso avverso il provvedimento l’autovettura, confiscata dalla Prefettura di Catania.
Esperiti gli accertamenti previsti in merito al rispetto degli obblighi connessi alla custodia, gli operatori del Commissariato, hanno accertato l’assenza del veicolo nel luogo dichiarato dallo stesso custode nel momento in cui gli era stato affidato. L’uomo ha dichiarato di essersi disfatto dell’autovettura a seguito alla richiesta fatta dai parenti. Ha, così, deciso di consegnare il veicolo ad un uomo, di cui non ricordava le generalità, che passava per la raccolta dei rottami.
Il provvedimento
Pertanto, deferito all’Autorità Giudiziaria. Per il delitto di sottrazione o danneggiamento di cose sottoposte a sequestro nel corso di un procedimento penale o dall’autorità amministrativa, per la quale il codice penale prevede la reclusione fino a due anni e la multa fino a 309 euro.