Protesta autotrasportatori.
La dichiarazione dell’assessore regionale alle Infrastrutture, Marco Falcone, al termine della riunione al Ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili:
“Abbiamo presentato le istanze degli autotrasportatori siciliani al Ministero delle Infrastrutture nel corso di un incontro conclusosi poco fa a Roma. Il governo Musumeci, condividendo le ragioni della protesta, ha chiesto al governo Draghi di intervenire recependo tre proposte di buon senso: adoperarsi per il taglio dei costi dei trasporti sostenuto dalle imprese sulle autostrade del mare. Predisporre un aumento del credito d’imposta sul carburante per gli autotrasportatori e, infine, l’aumento del tetto massimo di ore guida giornaliere”.
“Al contempo, però, chiediamo a tutti coloro che in queste ore stanno protestando di far prevalere il senso di responsabilità. E di sospendere ogni forma di blocco stradale e dei traffici. Solo lo spirito di collaborazione fra tutti può portare a obiettivi concreti, come già avvenuto nei mesi scorsi quando, scongiurando altri blocchi, la Regione è intervenuta stanziando dieci milioni di euro per l’autotrasporto siciliano. Domani, alle 10.30 al PalaRegione di Catania, incontreremo le rappresentanze di categoria per valutare ogni soluzione possibile”.
Continua a far discutere la protesta degli Autotrasportatori siciliani, iniziata ieri al casello di San Gregorio.
I tir, da quelli più piccoli a quelli regolarmente utilizzati per i viaggi verso il Nord Italia, stanno ancora oggi paralizzando la mobilità siciliana.
Creando lunghissime code in tangenziale e sulla Catania-Messina.
Intanto, all’interno della categoria degli autisti, sembra stia nascendo una spaccatura.
La Lega Autisti Autotrasportatori Indipendenti Siciliani L.A.A.I.S, infatti, punta il dito sugli organizzatori del blocco di ieri a Catania, al casello di San Gregorio.
In quanto lo considera strumentalizzazione inutile e senza precedenti.
In un momento in cui il disagio sociale, il malcontento di molte categorie ed il senso di abbandono rappresentano una vera e propria polveriera.
“E’ veramente triste”, afferma la Presidente della Lega Autisti Autotrasportatori Indipendenti Siciliani L.A.A.I.S., Tania Andreoli,“che si utilizzi lo stato d’animo di dissenso generale per strumentalizzare e fingere di affrontare problemi rimasti irrisolti che non possono trovare soluzioni, né davanti ad un casello, né all’Albo dell’Autotrasporto, organismo inutile e superato, che fa comodo a molti degli organizzatori stessi del blocco di Catania.”
La Lega Autisti Autotrasportatori Indipendenti Siciliani L.A.A.I.S. ricorda a chi se lo fosse dimenticato che è stata promotrice, nel 2021, dei rallentamenti, attualmente utilizzati anche in Canada e negli Stati Uniti, dove i blocchi si sono creati in automatico con i c.d. Tir lumaca.
E di smentite mediatiche che volevano gli autisti dipendenti responsabili di fantascientifici scioperi che avrebbero causato lo svuotamento dei supermercati.
“Non è possibile che molti di noi, davanti ad un volantino che per l’ennesima volta non porta nemmeno la paternità dell’iniziativa (A.I.A,S. Service di Giuseppe Richichi? Altre?), spiega il Vice Presidente Giuseppe Neri, “abbiano ceduto alla promessa di riformare un settore in declino come quello dell’autotrasporto, percorrendo la strada più tortuosa, ovvero quella del caro gasolio, dei pedaggi aumentati, della patente a punti, del GLN (schizzato nel Nord Est asiatico a 20,10 USD per milione di unità britanniche rispetto alla settimana precedente. Il problema dell’autotrasporto e della logistica è STRUTTURALE e non può essere risolto sulle
strade, ma sui banchi della politica, obbligandola ad interventi radicali che non possono non tener conto di territorialità, tariffe e distanze chilometriche.”
La Lega Autisti Autotrasportatori Indipendenti Siciliani L.A.A.I.S. ha già inoltrato la scorsa settimana una proposta di legge.
Indirizzata all’ARS, all’ILO e al Ministero delle Infrastrutture e delle Mobilità Sostenibili.
Affinchè siano concretamente ripristinati quei parametri, quali le tariffe forcella ed i costi minimi, tanto scomodi a Sindacati ed Associazioni legate all’Albo.
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