Ospite di prestigio nella terza puntata stagionale di Unica Night. Seduto al tavolo con i conduttori, Federico Lo Giudice e Alessandro Fragalà, e i due “talent”, Armando Pantanelli e Peppe Mascara, c’era proprio lui, l’allenatore del Catania Francesco Baldini.
Diretto, onesto e senza filtri, come sempre, il tecnico rossazzurro ha toccato diversi argomenti: dall’aspetto tecnico-tattico di sua competenza, allo stretto legame con Catania, fino a quello che potrebbe accadere tra pochi giorni nell’asta da vita o morte dell’11 febbraio.
Questo, sì, ma tanto, tanto, altro ancora.
La vittoria contro la Turris
“Vincere a Torre del Greco è stata una bella soddisfazione, una prova importante sotto tutti i punti di vista su un campo difficile. I ragazzi hanno dato tanto, non si sono fermati. E’ stata una vittoria importante. La difesa finalmente solida? Monteagudo è cresciuto molto. Ha avuto bisogno di tempo, è un ragazzo che ha ancora margini di miglioramento. Lorenzini lo conosco, l’ho allenato al Bologna, avevamo provato a prenderlo a inizio anno come Simonetti ma non ci siamo riusciti. Dobbiamo ancora recuperare Claiton, mentre Pinto e Albertini hanno offerto una prestazione di alto livello“.
Mister Baldini ha anche rivelato un simpatico aneddoto legato alle battute finali della gara: “Dopo essere stato espulso, non mi ero accorto che Zanchi avesse siglato il terzo gol nel recupero: stavo quindi andando in conferenza stampa convinto che la partita fosse finita 2-1 per noi“.
E a proposito di Zanchi e Russotto, esclusi ieri dall’undici titolare, l’allenatore ex Trapani ha risposto così: “Io sono convinto che sia Zanchi che Piccolo diventeranno giocatori fondamentali nel finale di stagione: con Andrea non abbiamo litigato, sono semplicemente scelte. Per quanto riguarda Russotto, la sua esclusione è stata di natura tattica: contro la Turris, che spinge molto sugli esterni, avevo bisogno di laterali che pensassero molto anche alla fase difensiva: questo non è nelle corde di Andrea, per questo ho preferito inserirlo dopo”.
La polemica in mixed zone a Torre del Greco
“Quello che è successo ieri è stato pesante – dichiara Baldini a proposito delle parole indirizzate ad alcune testate giornalistiche ieri nel post partita – tutto il nervoso anche per ciò che avevo letto è venuto fuori. Ci hanno dato dei falliti dal primo minuto e io avevo una rabbia dentro incredibile: ha fatto male ai giocatori e anche ai tifosi. La mia intervista nasce dal fatto che non si capisce quanto sia difficile tutto questo. Se Baldini sbaglia il cambio o la formazione ci sta la critica. Nessuno vuole prendere i complimenti se le cose non vanno bene. Le mie parole derivano da quanto successo ieri, dall’esserci sentiti chiamare falliti e anche da quello che avevo letto in questi giorni. Se dò 5 a Moro perché non era in partita o ha fatto male non c’è problema: ma scrivere “Cosa succede a Moro?” mi fa male. Perché si mette subito in discussione un ragazzo serio con un titolo del genere. L’esultanza di Luca mi fa capire che i giocatori leggono i giornali…”
“Io sono l’unico a cui non arriva la rassegna stampa – continua il mister – perché ho chiesto io che fosse così, per non essere condizionato. Io voglio rimanere imparziale. Quando Pantanelli mi ha fatto leggere le pagelle post Andria è come se avessero detto qualcosa a mio figlio. Dire “che cos’è successo?” vuol dire sottintendere altro. I miei ragazzi fanno anche le docce fredde a Torre del Grifo e nessuno si è mai lamentato,neanche i più vecchi“.
Via, poi, al secondo aneddoto della serata, che fa capire quanto il gruppo squadra non intenda mollare niente: “Lunedì avevo deciso di concedere il giorno libero perché non volevo vederli (ride n.d.r.), ma tutti hanno voluto ugualmente presentarsi al campo per allenarsi, nessuno escluso: sono una macchina da guerra“.
Il mercato
“Come convincere i giocatori a venire o restare qui? Lorenzini da titolare alla Turris ha deciso di venire qui per la maglia. La piazza di Catania ha una dimensione calcistica fondamentale. Claiton ha avuto due offerte dalla Serie B, ma anche altri che siamo riusciti a tenere. Non è stato però necessario convincere nessuno, come Russini che non ha considerato nulla oltre il Catania. Idem Monteagudo, che aveva offerte importanti e ha deciso di non partire“.
Il legame con Catania
“Quando sono arrivato qui, ho avuto da subito la sensazione di essere in una piazza da Serie A, con un centro da Serie A.
Un contesto importantissimo. Avevo messo in conto che si potessero presentare delle difficoltà, ma non pensavo che ce ne sarebbero state così tante. Ci sono stati giorni complicati, come il vivere con mio figlio 1000 km lontano da me. Confrontandomi con il mio procuratore, non ho mai pensato di lasciare Catania durante i momenti critici. La città mi piace, quando posso mi piace andare in centro. Ho giocato 7 anni a Napoli e Catania me la ricorda per calore, passionalità e modo di vivere”.
La squadra
In questo Catania, tutti sono indispensabili per il tecnico toscano: “I complimenti non vanno fatti a me, ma a tutto lo staff. Per quanto riguarda i ragazzi, tutti sono importanti. Chi ha giocato meno ha fatto comunque 15 presenze, chiunque è protagonista, sia chi gioca sempre, sia chi lo fa meno. Si è venuto a creare un bel gruppo, unito, tra i giovani e i più vecchietti: quando li vedi tutte le sere a cena, vuol dire che c’è grande armonia“.
“Moro? Luca ci ha convinti subito in allenamento, mi è dispiaciuto però per Estrella che mi aveva impressionato tanto. Greco all’inizio non giocava, ma poi ho pensato che dovevo trovare il modo per metterlo in campo: lui e Moro hanno capito che Catania è un’occasione importante per lanciarsi verso palcoscenici importanti. L’alternanza tra i portieri? Ho sempre rifiutato l’idea di avere un titolare e una riserva, mi piace alternarli. Cataldi? Riccardo può essere un patrimonio per questa squadra. Cataldi con la partenza di Maldonado ha avuto la possibilità di avere spazio, dietro Luis ha avuto la possibilità di crescere. Lo abbiamo inserito gradualmente per non bruciarlo, con la partenza dell’ecuadoregno sta giocando di più”.
Il rapporto con Sigi
Mister Baldini ha parlato anche della turbolenta relazione con la precedente proprietà della società rossazzurra.
“Qualcuno dei soci non l’ho neanche mai conosciuto. C’erano dei punti di riferimento, io e Maurizio come le altre persone che lavorano in società. Ci sono state difficoltà immani, soprattutto quando non potevamo utilizzare i calciatori appena acquistati per motivi di fjdelussioni varie: in Coppa Italia, per esempio, siamo stati costretti a utilizzare come portiere il giovanissimo Borriello“.
Le speranze per l’asta dell’11 febbraio
Infine, inevitabile affrontare il tema legato a quel che accadrà giorno 11 febbraio, quando all’asta per il titolo sportivo dell’ex Calcio Catania 1946 si conoscerà il futuro del calcio nella città dell’Elefante: “Cosa farei se finisse tutto? Non voglio neanche pensarci, la immagino sempre come una cosa lontanissima. Spero che qualcuno capisca l’importanza della piazza: l’importante è che si torni a parlare presto soltanto di calcio“.