Arrestata in flagranza di reato una 72enne catanese. Gravemente indiziata di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Nello specifico, cocaina.
Nell’ambito di un servizio finalizzato al contrasto dell’illegalità diffusa, ed in particolare dello spaccio di droga nel quartiere di San Cristoforo, l’attenzione dei Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Catania Piazza Dante è stata attirata dallo strano atteggiamento della donna che stava uscendo di casa proprio nel momento del transito della pattuglia e alla vista dei militari ha repentinamente indietreggiato.
I militari hanno così deciso di approfondire e di sottoporre a controllo la 72enne che ha manifestato una crescente agitazione, immediatamente percepita dai carabinieri.
La donna,in difficoltà, prelevandolo dalla tasca della giacca, ha “spontaneamente” consegnato ai militari un involucro in cellophane trasparente contenente cocaina del peso di 10 grammi.
La perquisizione, estesa anche all ’abitazione della donna, ha consentito di rinvenire altri due involucri contenenti analoga sostanza stupefacente del peso complessivo di 20 grammi, occultati in una stanza adibita a ripostiglio.
All’esito delle analisi di laboratorio è emerso che sarebbero state circa 700 le dosi di cocaina, opportunamente “tagliate”.
Il giudice ha convalidato l’arresto e ha disposto per la donna la sottoposizione all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.
Arrestato 28 enne, ai domiciliari con applicazione di braccialetto elettronico.
Questa la misura richiesta e ottenuta dalla Procura Distrettuale di Catania nei confronti di un 28enne di Trecastagni. Indagato per il reato di atti persecutori.
La misura, eseguita dai Carabinieri della Stazione di Trecastagni.
Accusato di condotte violente, l’uomo, dal mese di dicembre 2021, avrebbe incessantemente tentato di contattare la donna con l’obiettivo di controllarla. Dopo la separazione voluta dalla donna.
L’uomo avrebbe l’avrebbe contattata: “con modalitàcomportamentali di intrusività ed assillanza tali da costituire molestie sussumibili nelle condotte persecutorie sanzionate dalla norma in disamina”.
Questo è quanto rilevato dalle indagini,oordinate dal pool di magistrati qualificati sui reati che riguardano la violenza di genere, in una fase procedimentale caratterizzata dalla non integrazione del contraddittorio delle parti.
Ad ingenerare nella donna un perdurante stato di ansia e paura sarebbero stati lo stillicidio di messaggi con i quali l’uomo le avrebbe chiesto con petulanza di tornare insieme. I frequenti pedinamenti e appostamenti nei pressi della sua abitazione, del luogo di lavoro e dei locali quando la sera la donna in compagnia di amici sarebbe stata “pizzicata” dall’ex che la fissava insistentemente.
L’uomo l’avrebbe a volte pedinata con l’auto e tentato di farla accostare anche con manovre azzardate e pericolose.
In un’occasione, raggiunta sul posto di lavoro, la vittima, aggredita dall’uomo che avrebbe dapprima cercato invano di impedirle di entrare in auto. Salvo poi inseguirla fino al porto di Catania, dove l’avrebbe tamponata e ulteriormente ingiuriata.
A fondare nella donna il timore per l’incolumità propria e dei prossimi congiunti, poi i numerosi e gravi messaggi vocali minatori (anche di morte) ricevuti dall’ex e rivolti non solo a sé, ma anche all’attuale fidanzato.
Addirittura l’ex compagno avrebbe paventato di suicidarsi o di compiere gesti autolesionistici pur di convincerla a tornare insieme.
La perniciosità e l’invasività delle condotte dell’uomo, rispondenti a dinamiche di possesso e controllo, avrebbero pertanto compromesso gravemente la qualità della vita della donna. Ma anche quella dei suoi prossimi congiunti: anche la madre sarebbe stata molestata con pressanti messaggi per ottenere informazioni sulla figlia.
L’uomo, arrestato e condotto ai domiciliari con applicazione di braccialetto elettronico.
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