Bimba disabile senza indennità di accompagnamento, l’INPS non cede: parte la raccolta fondi

Continua la battaglia con l’Inps di papà Gerlando per la sua piccola Gaia.

La bimba di soli 3 anni disabile. Nata con un solo rene ed affetta da un accertato disturbo nello sviluppo psicologico.

L’INPS, intanto, insiste nel rifiutare l’istanza di erogazione dell’indennità di accompagnamento a favore della piccola. Indispensabile per garantirle l’assistenza sanitaria di cui ha irrimediabilmente bisogno, quotidianamente.

La posizione dell’Inps

Nelle ultime settimane, neanche i nuovi documenti medici che attestano il ritardo psicomotorio e la condizione di salute in cui versa la piccola, hanno permesso all’INPS di rivedere la propria posizione. Sembra, infatti, decisa a mantenere il: no all’indennità di accompagnamento. Giustificato dalla mancanza del “Requisito della gravità”.

Papà Gerlando non sembra, però, voler cedere. Non si dà per vinto. Ha, infatti, deciso di avviare una raccolta fondi a favore della sua bambina.

Ma c’è di più: insieme al suo avvocato, contatteranno la redazione delle Iene così permettere alla vicenda d’ottenere rilevanza anche a livello nazionale.

Per capire meglio:


Papà Gerlando continua la battaglia per la sua piccola figlioletta Gaia.

La bimba, infatti, di soli 3 anni, è disabile, nata con un solo rene ed affetta da un accertato disturbo nello sviluppo psicologico.

Nonostante ciò, però, l’INPS insiste nel rifiutare l’istanza di erogazione dell’indennità di accompagnamento a favore della piccola, indispensabile per garantirle l’assistenza sanitaria di cui ha irrimediabilmente bisogno.

La protesta di papà Gerlando, incatenatosi qualche settimana fa davanti la sede territoriale dell’ASP di Acireale, sembra per adesso essere risultata vana.

Pur avendo l’ASP certificato nuovamente l’assoluto stato di bisogno di Gaia, infatti, l’INPS, sollecitato a suon di PEC con allegati documenti medici firmati e controfirmati, continua a porre il veto sulla concessione dell’indennità di acccompagnamento, insistendo sull’assenza del requisito della “grave disabilità”della piccola.

La situazione, dunque, è cristallizzata, bloccata. Per la disperazione di papà Gerlando, provato ormai da 3 anni di battaglie per la sua bambina.

Le parole di Papà Gerlando

Gaia è stata inserita per due ore nel reparto di neuropsichiatria infantile dall’ASP di Acireale – ci racconta l’uomo – dove a seguito di approfondite visite è stato accertato testualmente che “la minore in seguito agli accertamenti effettuati, risulta affetta da disturbo dello sviluppo psicologico. L’affezione configura una condizione di handicap ai fini dell’esercizio del diritto all’educazione, all’istruzione e all’integrazione scolastica. La patologia assume connotazione di particolare gravità: natura dell’handicap è fisica, psicologica e mista”. Oltre a questo hanno diagnosticato che “il disturbo nello sviluppo psicologico ha come valutazione delle aree cognitive transitorie, affettivo-relazionali transitorie, linguistiche e comunicazione persistenti, sensoriali assenti, motoria persistente, neuro-psicologica persistente, autonomia persistente”. L’ASP ha dichiarato che la bambina necessita di sussidi e ausili particolari, sostegno didattico, assistenza igienico-personale, assistenza alla comunicazione e all’autonomia e a terapie riabilitative“.

Con questi referti, il giorno dopo, a seguito di un confronto con il dott.Marino e il coordinatore Marchica dell’ASP di Acireale, abbiamo mandato una pec all’Inps dove chiedevamo il riesame in autotutela della pratica di mia figlia. Loro hanno risposto subito, davvero dopo pochi giorni, affermando che “non sussistono i presupposti per riesaminare la pratica di Gaia”, perchè per loro non sussiste ancora il requisito della “gravità”. Allora io mi chiedo: “Più grave di così, cosa vogliono ancora? Continuano a mettere i bastoni fra le ruote”.

Ancora mi sento dire che non è grave, che non è sufficiente: cosa devo fare ancora ioDobbiamo andare in Tribunale? Oppure devo incatenarmi di nuovo? Lo ripeto per l’ennesima volta: mia figlia non è una falsa invalida”. A mio modo di vedere, loro non vogliono riesaminare la pratica perché sennò andrebbero a pagare tutti gli arretrati alla bambina: vogliono bensì che io presenti un’istanza totalmente nuova con i documenti che certifichino l’aggravamento di mia figlia per poter partire con una pratica totalmente nuova”.

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