“Brioscia col tuppo”: storia e tradizione di un simbolo della pasticceria siciliana

La Brioscia col Tuppo è un simbolo della pasticceria siciliana: scopriamo la storia e la ricetta di una vera eccellenza della pasticceria isolana. 

Ricetta e storia della brioscia col tuppo
Brioscia col tuppo (Catanialive24.it)

La brioscia col tuppo, è uno dei dolci più amati dai siciliani e dai turisti, è parte inseparabile del tradizionale “Rito della granita“. Questo dolce siciliano, si distingue nettamente dal cornetto e dalla brioche, incarnando una identità gastronomica unica.

Una suggestiva “leggenda” racconta che la brioscia col tuppo abbia avuto origine in una nobile e misteriosa famiglia siciliana. La ricetta, si diffuse rapidamente, sostituendo il tradizionale filoncino di pane solitamente accompagnato alla granita. Tuttavia, è il suo distintivo “tuppo” a conferire alla brioscia un carattere unico.

Il termine “tuppo” affonda le sue radici nella storia linguistica, derivando dall’antico normanno “toupin” e dal francese antico “toupeau,” entrambi riferiti a un ciuffo o un top. Questa evoluzione linguistica si riflette nel moderno “toupet” francese e, conseguentemente, nel siciliano “tuppu.”

Inoltre si narra di una storia d’amore tra due ragazzi. La madre della ragazza non accettava la relazione tra i due, e la figlia presa dalla disperazione della separazione, decide di tagliare i capelli raccolti in uno chignon. La madre, commossa dal gesto significativo della ragazza, acconsente finalmente al fidanzamento, riconoscendo che l’amore sincero supera ogni ostacolo e formalità esterne.

La brioscia col tuppo: la ricetta tradizionale

Ricetta e storia della brioscia col tuppo
Brioscia col tuppo (Catanialive24.it)

Gli ingredienti da usare per questo dolce sono 375 gr di farina Manitoba,125 gr di farina 00,75 gr di zucchero,100 gr di burro (30 gr fuso),5 gr di sale,6,5 gr di lievito di birra, 200/220 ml di latte freddo,10 gr di miele,2 uova grandi a pasta gialla, 1/2 baccello  di vaniglia e infine la buccia grattata di 2 clementine.

Al mattino bisogna setacciare le farine. Portare quasi a ebollizione 150 ml di latte con mezzo baccello di vaniglia. Far sciogliere nel latte 4 gr di lievito. Mescolare il latte con il lievito e 75 gr di farina, aggiungendo la buccia grattata di una clementina. Chiudere e mettere in frigo.

La sera, bisogna sciogliere il miele e 2,5 gr di lievito in 50 gr di latte. Aggiungere l’impasto preparato, 2 uova, sale, zucchero e la buccia grattata dell’altra clementina. Trasferire nell’impastatrice. Aggiungere 75 gr di burro freddo a piccoli fiocchi e infine 30 gr fuso e raffreddato.

Impastare per 20/25 minuti fino a incordatura. Coprire e lasciare a temperatura ambiente per 40 minuti, poi in frigo per la notte. Il mattino successivo. Tirare fuori l’impasto e lasciarlo a temperatura ambiente per un’ora. Infine c’è la farcitura.

Vincenzo Rea

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