Cambiano le cifre delle pensioni di reversibilità: quali saranno ora

Da quest’anno novità importanti per le pensioni di reversibilità e per le diminuzioni che considerano anche l’inflazione

Pensione di reversibilità
Pensione di reversibilità coniugi – catanialive24.it

 

Tra le diverse riforme sul piano previdenziale c’è anche la modifica alla pensione di reversibilità a partire dal 2023. Prima spettava sono al coniuge del pensionato defunto, ora anche a nipoti maggiorenni e orfani dei genitori e inabili al lavoro. Altre novità riguardano l’adeguamento al tasso d’inflazione che tra maggio e giugno ha superato l’11%.

Reversibilità, quando va anche ai nipoti

Pensione di reversibilità
Reversibilità estesa anche ai nipoti – catanialive24.it

 

La Legge di Bilancio 2023, dunque quella ora in corso mentre il governo è impegnato nella redazione della prossima da approvare entro la fine dell’anno, prevede misure per limitare la perdita di potere d’acquisto. La reversibilità, in caso di decesso di un lavoratore, si applica quando il soggetto abbia quindici anni di anzianità in termini contributivi e assicurativi nonostante non sia stato maturato il diritto alla pensione.

Oltre al coniuge o alla persona unita civilmente, la misura prevede il diritto ala reversibilità anche al titolare di un assegno divorzile. I figli, invece, se abbiano 21 anni e non svolgano alcun tipo di lavoro. Sono inclusi anche i figli fino a 26 anni di età nel caso in cui siano iscritti ad un corso di laurea e non svolgano alcuna attività lavorativa. Per i figli disabili, invece, possono usufruire della prestazione se a carico della persona pensionata, senza limite d’età. Da gennaio 2023 il diritto viene estenso anche ai nipoti maggiorenni, orfani di genitori e inabili al lavoro.

Il calcolo dell’importo avviene in base al grado di parentela di chi percepirà la misura. È del 100% per il coniuge o due o più figli; se è solo coniuge è del 60% che sale al 70% per un solo figlio. Se invece gli aventi diritto sono un figlio e il coniuge o due figli e nessun coniuge, l’importo sale all’80%. È importante sottolineare che la misura è cumulativa agli altri redditi personali purché non si superi il reddito annuale di 22.315 euro. Se tale soglia viene superata scatta una riduzione del 25%. Se invece supera quattro o cinque volte la somma minima annuale la riduzione è rispettivamente del 40% e del 50%.

Considerando l’adeguamento all’inflazione pari al 5,4% e la cifra minima del prossimo anno di 598,61 euro, come riporta anche IlSole24ore, le riduzioni ammonteranno a quanto segue:

Nessuno taglio per redditi entro il limite di 23.345,79 euro (così come per figli minori di 18 anni, inabili e studenti);
25% per redditi compresi tra 23.345,79 euro e 31.127,72 euro;
40% per quelli compresi tra 31.127,72 e 38.909,65 euro;
50% per i redditi superiori ai 38.909,65 euro.

 

Gestione cookie