A chi va il cane in caso di divorzio? Cosa prevede la legge

Un triste scenario ma che va considerato in caso di divorzio: a chi andrebbe l’amato cane di famiglia se la storia dovesse interrompersi? Ecco cosa deciderebbe il giudice 

Famiglia spaccata
Divorzio, a chi va il cane? – CataniaLive24.it

Separarsi o divorziare del tutto, indipendentemente dalla durata del rapporto matrimoniale, è sempre un fortissimo trauma nonché una sconfitta per entrambe le parti. I sogni di una vita che vanno in fumo, soprattutto se prima di tale passo c’è stato in precedenza un lungo fidanzamento che gettava tutt’altri propositi per un lungo futuro insieme. Tuttavia può capitare e, se fatto il possibile per salvare il matrimonio, non se ne può fare una colpa.

Il problema, piuttosto, è quando ci sono di mezzo i figli. Perché inevitabilmente saranno coloro che maggiormente ne soffriranno e che più avranno ripercussioni in futuro. Ma sta diventando sempre più frequente, data la presenza in ogni casa, un’altra dinamica in sede di divorzio: a chi va l’animale domestico? A chi della coppia? Nella maggior parte dei casi sono soprattutto i cani al centro della questione, creando anche attriti forti.

A chi va il cane in caso di divorzio?

Divorzio
Divorzio, quale destino per il cane – CataniaLive24.it

Ma in effetti cosa prevede la legge per gli amici a quattro zampe? E’ un caso come detto sempre più diffuso ma non ancora propriamente inquadrato sul piano giuridico. Il giudice quindi, senza una base giuridica precisa, deve giocoforza basarsi su circostanze specifiche e precedenti giuridici. E da questo punto di vista è questo il verdetto che emerge: il cane va affidato a chi è in grado di prendersene cura con le giuste attenzioni. Quindi non a chi è impegnato per la maggior parte della giornata a lavoro per esempio.

Ma c’è probabilmente una circostanza ancor più forte a determinare il destino di una animale in un tale ipotetico scenario: la presenza di bambini tra la coppia. Il giudice potrebbe infatti decidere di affidare il cane al coniuge che rimane nella casa di famiglia, prendendo in considerazione l’interesse del minore. La presenza dell’animale, del resto, potrebbe essere un appiglio emotivo per il bambino o ragazzo per attutire anche il trauma che ne verrà. 

La decisione se non ci sono bambini in casa

In assenza di figli o in presenza di figli adulti, invece, il giudice valuterebbe probabilmente il rapporto dell’animale con entrambi gli ex coniugi. La decisione finale mirerà a garantire il benessere dell’animale, considerando l’ambiente più adatto e la capacità di ciascun ex coniuge di fornire le cure necessarie. Trovare un accordo interpersonale, inutile dirlo, sarebbe senz’altro la soluzione più adatta. Per il bene di tutti.

 

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