La causale è un elemento essenziale che va specificato coon obbligo ma è sempre meglio inserirla: i motivi
Per fare un bonifico è fondamentale avere a disposizione alcuni dati del ricevente: ovviamente il nome, il cognome e l’Iban. Senza questi non è possibile inviare denaro al titolare di un conto, che sia per ripagare una prestazione lavorativa, pagare la vendita di un oggetto contrattato online o fare un semplice regalo in denaro. Sono dunque diversi i motivi che vanno, appunto, spiegati nella causale, che andrebbe a costituire il quarto elemento. Ma il condizionale è d’obbligo.
Causale, non obbligatoria ma importante
La causale, infatti, spiega la causa, il motivo per cui si effettua il passaggio di denaro. Ma non è un elemento essenziale senza il quale l’operazione finanziaria non ha valore. Se mettere o meno la causale nel bonifico fa sorgere più di un dubbio, soprattutto se si possa incappare in controlli fiscali. Chiarito che la causale non è obbligatoria, è comunque consigliabile, proprio per motivi di verifica da parte degli organi preposti. L’utilità è anche personale, per chi effettua il bonifico, in modo che si possa ricordare quali sono le motivazioni associate a quel particolare pagamento. Può anche capitare che si sbagli inviare un bonifico: qui vediamo come annullarlo.
La mancanza di chiarezza sul perché è avvenuto quel trasferimento potrebbe essere un problema per il soggetto sul quale si effettuano le verifiche. Proviamo a fare un esempio. Se il bonifico viene effettuato per compensare un soggetto per un lavoro svolto senza alcuna licenza, cioè a nero e dunque eludendo il fisco, chi deve pagare potrebbe pensare di scrivere alla voce Casuale, semplicemente “regalo”. Con ciò non significa che chi controlla si accontenti di quanto legge nella causale e potrebbe ovviamente approfondire.
Affinché la causale sia veramente utile deve essere il più precisa possibile riguardo i motivi del trasferimento finanziario. Facciamo l’esempio di un genitore che dà i soldi al figlio per l’acquisto di una casa. Se il bonifico del padre o della madre viene effettuato direttamente a chi vende, ciò giustificherebbe l’accreditamento di somme a un soggetto diverso da colui al quale l’immobile è stato venduto. In tal caso si spiegherebbe dunque che i soldi sono “per l’acquisto della casa di (nome e cognome), ecc…”
Se invece la donazione è indiretta ed effettuata dal conto corrente del padre a quello del figlio, il beneficiario può dimostrare che si è trattato di una donazione destinata all’acquisto di un bene per il quale non disponeva delle somme necessarie. Insomma, nella causale bisogna scrivere la verità che successivamente in casi di controlli si possa dimostrare. E ciò tutela innanzitutto chi effettua e riceve il bonifico più che l’Agenzia delle Entrate.