I Giardini di Palazzo Ingrassia protagonisti del progetto archeologico “Montevergine” che prenderà il via a ottobre in città.
Già avviate le attività preliminari di pulizia straordinaria e di bonifica nell’area interessata dalle indagini, nell’ambito di una convenzione stipulata tra l’Università, la Soprintendenza per i Beni Culturali e Ambientali e il Parco archeologico e paesaggistico di Catania e della Valle dell’Aci.
A sostenere la campagna di ricerca, l’amministrazione comunale e il Comitato popolare “Antico Corso“.
Il progetto annovera quale obiettivo principale l’indagine su una parte della collina di Montevergine non interessata dalle imponenti campagne di scavo.
Lavori che, a partire dagli anni ottanta, hanno restituito importantissimi dati sulle fasi più antiche della storia della città.
GIOVANI ARCHEOLOGI PROTAGONISTI
Le attività sono coordinate da Simona Todaro, docente dell’Università di Catania, dalla direttrice del Parco archeologico Gioconda Lamagna e da Michela Ursino per la Soprintendenza dei Beni culturali, diretta da Donatella Aprile.
L’elemento caratterizzante è rappresentato dalla partecipazione degli studenti dei corsi di laurea in Beni culturali e Archeologia.
Previsti anche momenti di divulgazione con specifiche azioni di archeologia partecipata.
EDUCAZIONE ALL’ ARCHEOLOGIA
Le iniziative in corso a Catania nei Giardini di Palazzo Ingrassia mostrano vivacità e grande capacità di coinvolgimento dei giovani.
Lo sottolinea Alberto Samonà, assessore regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, che sottolinea il valore dell’archeologia partecipata nella riscoperta del patrimonio storico.
“Si tratta di un progetto – spiega – che vede ancora una volta collaborare le istituzioni dei Beni culturali e i Dipartimenti dell’Università in un’azione di ricerca che diventa un momento di sensibilizzazione ed educazione”.
ARCHEOLOGIA, MATERIA VIVA
“Catania – aggiunge Barbara Mirabella, assessore comunale alle Attività culturali – è un serbatoio inesauribile di bellezza e ricchezza“.
“L’attività di scavo nel sito dei Giardini di Palazzo Ingrassia, su un terreno comunale- aggiunge – dimostra come l’archeologia sia materia viva”.
In realtà, l’area oggetto dell’intervento è già un immenso museo che comprende il Monastero dei Benedettini, la Chiesa di San Nicola l’Arena e la Biblioteca “Ursino – Recupero”.
Gemme di inestimabile valore che rappresentano un immenso patrimonio della città.
“Immaginare di arricchirlo, grazie alla collaborazione fra Sovrintendenza, Parco archeologico e Università degli Studi – conclude l’assessore – insieme al Comune e ai volontari del Comitato, è un segnale di grande vitalità e tensione verso il futuro”.
PALAZZO INGRASSIA
L’ottocentesco edificio fu così denominato perché intitolato al famoso medico siciliano Gian Filippo Ingrassia , vissuto tra il 1510 e il 1580.
Già sede dell’Ateneo, fu costruito sui resti di un ninfeo romano.
L’imponente struttura, parte del Monastero dei Benedettini e oggi importante sede di riferimento del polo umanistico, è condivisa con il Dipartimento di Archeologia e con l’Istituto per i Beni Archeologici e Monumentali del Consiglio Nazionale delle Ricerche.