Esistono realmente delle differenze tra clementine e mandarini? Non è solo la presenza o meno dei semi che le rendono diverse.
Arance, mandarini e clementine sono indubbiamente il frutto preferito della stagione invernale. Mentre risulta abbastanza facile distinguere un’arancia dagli altri due, più difficile è capire quale siano le differenza tra un mandarino e una clementina. Nonostante abbiano un aspetto molto simile e appartengano alla famiglia delle Rutaceae, hanno origini diverse.
Le prime testimonianze del mandarino risalgono a circa 3.000 anni fa che, come il pompelmo e il cedro, è un agrume puro. Altri tipi di agrume, infatti, come le arance, nascono da differenti incroci botanici.
La clementina, al contrario, è un vero e proprio ibrido tra un’arancia e un mandarino. Prende il nome da Clément Rodier, un missionario francese in Algeria e padre dell’agrume. Inventò la clementina ad inizio Novecento, incrociando il mandarino Avana con l’arancio amaro.
Dall’arancio amaro ha ereditato la sua praticità al consumo visto la mancanza di semi, rendendolo la seconda varietà di agrume più venduta in Italia. Tuttavia, non sempre questo fatto risulta veritiero: se la clementina subisce una contaminazione attraverso l’impollinazione con altri tipi di agrumi, può avere alcuni semi al suo interno. Il mandarino, al contrario, contiene sempre i semini.
Mandarino e clementina non si differenziano sono per la presenza o meno dei semi. Anche la forma, la buccia, la polpa e il gusto sono differenti. I mandarini hanno una forma leggermente più grande rispetto alla clementina e più schiacciata. La clementina, invece, è più sferica.
Considerando la buccia, quella del mandarino tende ad essere più spessa e meno aderente al frutto rispetto alla clementina. Per questo motivo, il mandarino, ha la tendenza a durare meno rispetto alla “sorella” clementina. A proposito, non buttare la buccia del mandarino, segui questo consiglio.
La polpa della clementina, inoltre, è caratterizzata da un colore arancione più intenso rispetto a quello del mandarino. Il gusto del mandarino, invece, è più simile a quello dell’arancia, maggiormente aromatico. La clementina è caratterizzata da un sapore più dolciastro, meno acido.
Come tutti gli agrumi, clementine e mandarini hanno in comune l’alto contenuto di vitamina C, fibre, potassio e calcio. Tutti e due sono un prezioso alleato per rafforzare le difese immunitarie, aiutando a contrastare l’inizio di malattie stagionali.
I minerali presenti nei due frutti, invece, aiutano nel corretto funzionamento dell’intestino. Fondamentali, anche la presenza di antiossidanti, i quali aiutato a contrastare i radicali liberi e migliorare i livelli di colesterolo buono. L’unica differenza sostanziale è la quantità di fruttosio, che si trova in quantità maggiore nel mandarino. Assunto in grande quantità, il fruttosio può incidere nell’indice glicemico.
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