Consiglio comunale: durante la seduta di ieri 28 dicembre 2021, ha approvato l’autorizzazione ad Acoset per l’adesione al gestore unico “Catania Acque”, secondo l’iter amministrativo stabilito in seno all’Assemblea Territoriale Idrica da tutti i Comuni soci. E’ stata inoltre approvata la convenzione per il mantenimento del Giudice di pace di Mascalucia”.
A comunicarlo con una nota è il sindaco Massimiliano Giammusso: “Con l’ingresso di tutti i soci nel nuovo gestore dei servizi idrici integrati, potrebbe avviarsi un percorso di miglioramento del servizio idrico, soprattutto in termini di progettazione finalizzata all’ottenimento delle risorse del Pnrr e giungendo finalmente, come prevede la legge, alla consegna al gestore unico della rete idrica realizzata dal Comune e ancora solo parzialmente utilizzata.
Abbiamo adempiuto all’obbligo di legge che ha delineato l’ingresso in Catania Acque di Acoset, Sidra, Sogip e Ama, nell’attesa che si risolva definitivamente il contenzioso tra la Sie (Servizi Idrici Etnei) e l’Ato idrico, per l’esatta individuazione della società che dovrà svolgere il ruolo di gestore unico nella provincia etnea.
Desidero ringraziare i consiglieri comunali presenti, per il loro senso di responsabilità, a partire dal vicepresidente del Consiglio Stefano Longhitano, insieme ai consiglieri Salvo D’Urso, Teresa Campanile, Angela Zanghì, Cettina Cianciolo e Tommaso Maltese”.
“Con il via libera alla convenzione per il mantenimento del Giudice di pace di Mascalucia – continua Giammusso – si garantisce ancora un presidio di giustizia dei Paesi Etnei, un altro servizio “essenziale” per i cittadini.
Il provvedimento assume particolare rilevanza soprattutto alla luce dell’ampliamento delle competenze del Giudice di pace, al quale dal 31 ottobre scorso sono state delegate: le cause relative a beni mobili di valore non superiore a cinquantamila euro, nonché quelle relative al pagamento a qualsiasi titolo di somme di denaro non eccedenti lo stesso valore; le cause di risarcimento del danno prodotto dalla circolazione dei veicoli e dei natanti, purché il valore della controversia non superi i centomila euro; i procedimenti di espropriazione presso terzi, purché il valore del credito pignorato non superi i cinquantamila euro. Il documento nasce dalla collaborazione di tutti i Comuni interessati e il Consiglio dell’Ordine degli avvocati.
Della questione mi sono occupato più volte visto che coinvolge anche risorse impiegate dai Comuni che, nella maggior parte dei casi, hanno difficoltà a fornire. Ho sollevato infatti il problema anche al coordinamento regionale Anci Sicilia di cui faccio parte – ha concluso il sindaco – per giungere a una soluzione mediata che preveda un intervento del ministero della Giustizia o l’assegnazione di maggiori risorse ai Comuni”.