Le panelle, specialità siciliana da leccarsi i baffi: vediamo insieme le origini di questo piatto e il motivo del loro nome
La Sicilia, terra bellissima e ricca di storia e cultura che viene da molto lontano, ci regala sempre un’incredibile varietà anche nell‘offerta gastronomica che ogni angolo dell’isola propone. Complici le numerose dominazioni avvenute sin dall’antichità quando le colonie greche iniziarono ad insediarsi e a prosperare, in un proficuo scambio di sapere, la terra sicula si rivela pregna di prelibatezze famose in tutto il mondo.
Una storia che risale a tempi antichi e che ha visto il susseguirsi di popoli dominatori che hanno condiviso il loro sapere, lasciando sul territorio siciliano miriadi di esempi e testimonianze del loro passaggio, mai avaro di contaminazioni eccellenti. Lo scambio culturale avvenuto in ogni frangente storico ha prodotto una ricchezza fuori dal comune anche nella proposta culinaria del territorio siciliano.
Il popolo arabo dominò la Sicilia a cavallo tra il IX° e l’XI° secolo e fu una dominazione che lasciò molte e importanti tracce indelebili nella cultura siciliana. La dimestichezza dei saraceni nel maneggiare la macina diede modo ai siciliani di apprendere l’arte del macinare i semi di ceci e di ricavarne la farina, ottimo ingrediente per molti piatti della cultura araba, che sono stati mutuati dalla cultura siciliana e fatti propri.
L’arte culinaria siciliana palermitana vede nascere un’autentica leccornia, una delle più antiche ricette della cucina siciliana. La sfoglia sottile fatta con l’impasto di farina di ceci e l’acqua. Piccole e soffici frittelle di bontà, cotti all’inizio al forno, ottimi e sostanziosi, economici, per sfamare la popolazione dell’epoca. In poco tempo la fama di queste delizie travalica lo stretto di Messina e da semplice street food popolare, diviene un piatto apprezzato da uomini della cultura e della politica siciliana, italiana e internazionale.
Palermo diventa la capitale del “pane e panelle”, un panino soffice, la mafalda, imbottito di quadratini di farina di ceci fritti e succulenti, offerto in ogni angolo della città dai cosiddetti “panellari”, anche davanti alle scuole. Il nome significa “piccolo pane” o “pagnottella”, e richiama il periodo delle origini quando probabilmente erano considerate il pane del popolo.
Oggi sono uno dei marchi culinari del capoluogo siciliano e durante il giorno di Santa Lucia, le panelle diventano dolci e si riempiono di crema e una spolverata di zucchero a velo. Davvero sublimi in entrambe le versioni, uno spuntino che si rivela un pasto completo, come ci spiega l’ANSA, un piatto sano ed equilibrato, oltre che buonissimo.
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