Ti chiedi se possono pignorare il denaro di un libretto cointestato se hai un debito con l’Agenzia delle Entrate? Qui la risposta.
Quando si hanno dei debiti con il Fisco, è ovvio essere preoccupati sui metodi di riscossione dell’Agenzia delle Entrate. In questo periodo di crisi economica e lavorativa, può capitare di non avere risorse economiche per pagare tasse o altri debiti, per cui possono attivarsi i meccanismi della riscossione. In particolare, l’ente procede al pignoramento di beni immobili e/o mobili in base alle somme da restituire. Tra questi beni potrebbe esserci anche il libretto postale, facciamo chiarezza sull’argomento.
Pignoramento dell’Agenzia delle Entrate: è possibile anche se il libretto postale è cointestato?
Prima di tutto, spiego brevemente cos’è un libretto postale. Si tratta di un prodotto finanziario che si può acquistare presso Poste Italiane. Viene spesso utilizzato come libretto di risparmi, possiede anche un IBAN e c si può quindi addebitare sopra lo stipendio o la pensione, si può usare per prelevare, si possono fare versamenti e, in alcuni casi, il denaro depositato può maturare degli interessi. Quando non si pagano le tasse o delle cartelle di pagamento, gli enti creditori possono intervenire sul patrimonio del debitore pignorando una parte dello stipendio o della pensione.
La Corte di Cassazione ha stabilito che, poiché il libretto postale costituisce un titolo di credito idoneo alla circolazione di denaro, è soggetto a pignoramento presso terzi: l’Agenzia delle Entrate e altri creditori possono quindi ricorrere a questo tipo di pignoramento e a bloccare le somme depositate sul libretto. Purtroppo, per questo tipo di pignoramento non esistono limiti di somme, cosa che invece accade quando si pignora lo stipendio o la pensione.
Ma è importantissimo precisare un punto modificato da poco sul Codice di Procedura Civile. È stato infatti introdotto un limite, ovvero le somme depositate prima del pignoramento possono essere prelevate solo se superano di un triplo l’assegno sociale di riferimento. Inoltre, nel periodo successivo al pignoramento, non si possono pignorare le somme che vadano oltre un quinto del totale presente sul libretto. Nonostante il libretto postale possa essere pignorato integralmente, questa modifica della normativa offre la possibilità di mantenere una somma minima per garantire la sopravvivenza del debitore.
Procedura di pignoramento del libretto postale
Il pignoramento del libretto postale può avvenire solo dopo che al debitore è stata notificata la possibilità di pignoramento. L’iter inizia con un avviso che stabilisce il termine entro cui il debito deve essere saldato, di solito entro 60 giorni, ma dipende da caso a caso. In questa fase, si potrebbe anche chiedere la dilazione del pagamento. Trascorsi i 60 giorni senza che il debitore saldi o chieda una rateizzazione, può essere inviato un secondo avviso che segna la decadenza del beneficio del termine: il debitore non può più rateizzare il pagamento del debito e deve saldare l’intera somma in un’unica soluzione immediata.
Trascorsi i termini per pagare, il creditore può rivolgersi al giudice per ottenere un decreto ingiuntivo, dando al debitore altri 40 giorni per saldare il debito. Al 41° giorno viene notificato l’atto di precetto, obbligando il debitore a saldare l’intera somma entro 10 giorni. Solo in seguito, se il debito rimane insoluto, si può procedere con il pignoramento del libretto postale.
È possibile il pignoramento se il libretto postale è cointestato?
Può capitare che un libretto postale, così come avviene per un conto corrente, può essere intestato a più persone. Se il debitore è solo uno dei cointestatari, il pignoramento non coinvolge l’intera somma, ma vengono stabiliti limiti al pignoramento del denaro. I libretti cointestati possono essere pignorati solo al 50% se intestati a due persone, al 33% se intestati a tre persone, e in percentuale via via sempre minore in base al numero dei cointestatari.