Di Marzio, Massimino e l’apoteosi: il ricordo di Giuseppe Rapisarda

Come un fulmine a ciel sereno la notizia del decesso di Gianni Di Marzio ha un impatto acre dentro un sabato scuro e piovoso.

Segue esattamente di un mese quella della dichiarazione di fallimento del Catania e, questo, rende tutto più tetro e triste.

Abbiamo la sensazione che parti di noi,ricordi di noi ,stiano venendo giù lentamente, come quadri che si staccano da muri lineati ed usurati dal tempo.

Gianni Di Marzio è stato uomo di calcio e come tale sarà ricordato in ogni parte di Italia.

A Catania di più. Qui insieme al Cavaliere ha scritto una pagina di Storia indelebile che col passare degli anni si è trasformata in leggenda.

Una città in trasferta ,questo fu Catania in quel lontano 25 giugno 1983 , ebbe la forza di trasformare uno 0a0 privo di sussulti in campo in una impresa epica,eroica.

E mentre il Presidentissimo in tribuna d’onore pregava nei minuti finali, Di Marzio conduceva la sua squadra verso un traguardo ambito che generazioni di catanesi attendevano allora da 23 anni.

Una apoteosi che fece sorridere e piangere di gioia una città intera,unita come non mai ,senza più età o classi sociali ,in un unico pianto liberatore.

Di gioia.

Assai diverse le lacrime di un mese fa e quelle di oggi, per una Storia che scivola via tra le nostre mani e questa cappa di tristezza che uomini come Di Marzio allora si incaricarono di vincere su un campo di gioco.

Sarà sempre un onore ricordarti come Uno di Noi, un dovere fare di te ,esempio per tornare a cercare il sole .
Ciao mister.

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