Donne vittime di violenza, arriva il reddito di libertà

Il reddito di libertà entra in vigore.
Un fondo istituito per favorire percorsi di autonomia ed emancipazione delle donne vittime di violenza, in condizioni di particolare vulnerabilità o povertà.
Obiettivo, l’indipendenza economica.
Le vittime, infatti, potranno accedere a un contributo fino a quattrocento euro al mese per un anno, attraverso il Comune di propria residenza.

LE RIFLESSIONI DELLA DEPUTATA ANTONELLA PAPIRO (M5S)

“Come membro dell’intergruppo Donne, Diritti e Pari opportunità, per me è molto importante potervi finalmente comunicare l’avvio del reddito di libertà: ad affermarlo è l’onorevole Antonella Papiro.
Per la deputata messinese del Movimento Cinque Stelle, “il reddito di libertà è un primo passo per aiutare a sostenere le spese, l’autonomia abitativa e il percorso scolastico e formativo dei figli minori“.
“Una misura – conclude la parlamentare nazionale – che abbiamo voluto fortemente con il secondo governo di Giuseppe Conte e nel decreto Rilancio, per tutelare le donne vittime di violenza”.

A CHI SPETTA

Il contributo è destinato alle donne residenti nel territorio italiano, cittadine italiane, comunitarie o extracomunitarie in possesso di regolare permesso di soggiorno.
Le beneficiarie sono vittime di violenza, senza figli o con figli minori, seguite dai centri antiviolenza riconosciuti dalle Regioni e dai servizi sociali nei percorsi di fuoriuscita dalla violenza.

COME FARE DOMANDA

La domanda per il reddito di libertà viene presentata dalle donne interessate, direttamente o mediante un rappresentante legale o un delegato.
Il tutto, per il tramite del Comune competente per residenza.
Per farlo, occorre utilizzare il modello in allegato nel portale INPS.
Al fine di facilitare la presentazione in via telematica delle istanze all’INPS, c’è una specifica piattaforma di collegamento con i Comuni italiani.
Ciò permetterà di inoltrare l’istanza redatta dalla cittadina interessata.
Il contributo inoltre è compatibile con altri strumenti di sostegno al reddito.
Tra essi, il reddito di cittadinanza o altri sussidi economici anche di altra natura.
Ad esempio, il reddito di emergenza, la cassa integrazione guadagni, l’assegno al nucleo familiare e la nuova assicurazione sociale per l’impiego.


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