Fanno discutere alcuni recenti avvenimenti che riguardano in maniera forte l’omicidio di Elisa Claps. A farne le spese ora è la famiglia di lei.
Elisa Claps, della povera ragazza uccisa nel 1993 ed i cui resti sono tornati alla luce in un campanile della chiesa della Santissima Trinità di Potenza il 17 marzo 2010 si è tornato a parlare di recente per via della fiction andata in onda su Rai 1. Ma nella città della Basilicata si sta discutendo sulla inopportunità – in base a quanto ritiene la famiglia della stessa Elisa Claps in testa – di riaprire quella stessa chiesa. Qualche mese fa è avvenuto proprio questo ed i parenti della ragazza uccisa hanno protestato con veemenza.
La Chiesa intesa come istituzione è contrapposta in questa polemica. La famiglia di Elisa Claps contesta non solo questa scelta, Ma anche le figure dell’attuale arcivescovo di Potenza, Monsignor Salvatore Ligorio, del suo predecessore, Monsignor Superbo. E di don Mimì, parroco non più in vita. Questi ancora oggi fa discutere per i suoi rapporti con la famiglia Restivo. Daniele Restivo è colui che è stato ritenuto colpevole per l’omicidio di Elisa Claps, in base a quanto hanno dimostrato prove incontrovvertibili. E lui, che ad un certo punto si era trasferito in Inghilterra, anche lì era rimasto coinvolto nell’omicidio di un’altra donna.
Oltre alla inopportunità di riaprire la chiesa della Santissima Trinità, in casa Claps c’è rammarico per le parole non certo concilianti rilasciate da Monsignor Ligorio di recente a “Il Corriere della Sera”. Questi infatti ha opposto un serio no a qualsiasi idea di risarcimento ai Claps. E la famiglia di Elisa è delusa anche per il fatto che sia ancora presente una targa dedicata a don Mimì in quella chiesa, ed al fatto che riaprire quest’ultima vada contro una disposizione emessa da Papa Francesco in persona.
Si parla di riapertura voluta dalla cittadinanza anche se pare invece che la volontà in questione vada attribuita solamente a poche, pochissime persone a Potenza. Tutto il resto di chi dice no ha espresso da sempre vicinanza e solidarietà ai parenti di Elisa. E di scuse non ne arriveranno mai: sarebbe come una ammissione di errore. Ed in tutto questo – la riapertura della chiesa della Santissima Trinità, l’intervista non proprio amichevole di Monsignor Ligorio, una sorta di iper protezione nei confronti di don Mimì (il quale era legato ai Restivo da quanto risulta) – fa si che il rispetto per la memoria di Elisa Claps e per la sua famiglia non risulti certo immacolato.
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