La crisi del mercato delle auto spinge tutte le aziende del settore a valutare strade alternative all’elettrico, compresa quella Tesla di Elon Musk che prima ha puntato su questa nuova tipologia di auto.
La consapevolezza della diminuzione delle scorte di combustibile fossile e della necessità di trovare un’alternativa per alimentare le automobili, unita all’esigenza di produrre veicoli che abbiano un minore impatto ambientale ha spinto in questi anni l’industria dell’automobile a seguire la strada tracciata in primis da Tesla e a produrre prima vetture ibride e successivamente totalmente elettriche.
Gli alti costi di produzione, l’aumento dei costi delle materie prime e dei trasporti ha però causato un aumento dei costi di vendita di tutte le automobili nuove, il che ha funto da barriera spesso invalicabile per gli acquirenti. Il problema del costo eccessivo però non è stata la sola ragione del calo delle vendite, a non convincere i consumatori sono le prestazioni e l’affidabilità delle auto elettriche.
Ancora oggi infatti le distanze percorribili solo con le batterie sono troppo brevi in relazione alla scarsa copertura di stazioni di ricarica utili a rigenerarle e consentire il continuo dello spostamento. Quindi c’è la questione pratica e organizzativa, i tempi di ricarica sono troppo elevati e questo comporta il considerarli all’interno della tabella di marcia.
Lo scarso impatto delle auto elettriche sul mercato ha spinto diverse aziende a valutare una strategia alternativa e a riaprire la produzione di modelli con motori termici e ibridi per aumentare l’appeal e di conseguenza le vendite. Persino Tesla negli scorsi mesi ha fatto registrare vendite in calo con il costruttore cinese BYD che l’ha sopravanzato per numero di veicoli venduti e guadagni.
Il calo delle vendite non è l’unico sintomo della crisi di Tesla, nelle ultime settimane è arrivato il discussissimo stop alla produzione del Cybertruck – gravato da numerosi problemi tecnici e più volte oggetto di campagne di richiamo – e quello meno rumoroso ma comunque significativo della Model 2.
L’auto doveva rappresentare l’approdo di Tesla nel mercato di massa, un modello a basso costo che poteva interessare anche a chi in questi anni non ha potuto permettersi l’acquisto per via di un costo troppo elevato. Inoltre il prezzo di vendita annunciato (25mila euro) sarebbe stato uno dei più bassi della categoria, permettendo all’azienda di Musk di avere un enorme vantaggio sulla concorrenza.
Per quale motivo c’è stato questo cambio di strategia? Possibile che Musk stia pensando davvero di abbandonare l’elettrico in favore di motori più convenzionali? Uno dei rumor che si sta diffondendo riguarda la possibilità che Tesla si impegni nei prossimi anni nella progettazione di un veicolo alimentato ad idrogeno.
Questo combustibile sarebbe facilmente e rapidamente ricaricabile e garantirebbe prestazioni elevate, tuttavia presenta delle sfide per via degli alti costi relativi allo stoccaggio e alla carenza di infrastrutture adatte per la produzione e i rifornimenti. Motivi che già in passato hanno portato Musk a porre il veto sulla progettazione.
A suggerire questa ipotesi è stato un video YouTube pubblicato sul canale Voyager IT, ma si tratta di una mera ipotesi non confermata né dall’azienda né dal multimiliardario.
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