La nuova attuale crisi sul conferimento dei rifiuti in Sicilia, ha rilanciato il dibattito sull’urgenza di individuare alternative concrete alle odierne discariche ormai sature ed ai loro eventuali ampliamenti, che si sa possono soltanto essere un semplice palliativo. Già nei giorni scorsi la Ugl di Catania era intervenuta sulla questione, invocando il ricorso a nuove tecnologie per il trattamento dei rifiuti, come ribadisce nuovamente Giovanni Musumeci, segretario territoriale del sindacato dei lavoratori.
“E’ ormai evidente che la misura è colma e si sta per arrivare al punto di non ritorno. L’attuale sistema, sebbene sia stato leggermente “alleggerito” da un sostanziale incremento della raccolta differenziata nella nostra area metropolitana e nell’intera Sicilia, grazie al giro di vite operato dalla presidenza della Regione Siciliana, va urgentemente riformato. A partire dalla problematica relativa al conferimento soprattutto della frazione secca”.
“Bisogna sicuramente superare l’odierno apparato delle discariche, ma per farlo occorre maggiore determinazione nell’offrire opportunità ai soggetti che vogliono investire nel settore del trattamento dei rifiuti stessi. La recente notizia del bando per la realizzazione di termoutilizzatori nel territorio regionale, andato deserto e prorogato, oltre alla solita storia della non efficiente rapidità burocratica per il rilascio di autorizzazioni da parte degli uffici preposti, lamentata da alcuni operatori, devono a nostro avviso portare un immediato cambio di rotta. Bisogna fare in modo che i bandi siano chiari e ben specifici, ma ci vogliono anche garanzie sui tempi burocratici perché chi porta progetti sostenibili e finanziamenti in un territorio (come quello nostro che ha bisogno di attrarre nuove risorse industriali) va sostenuto”.
“Non dimentichiamoci infatti – aggiunge Musumeci – che, anche chi tratta i rifiuti, fa impresa e produce economia, oltre che posti di lavoro preziosi in questo momento storico per la nostra realtà. Senza dimenticare il fatto che la nuova tecnologia di riutilizzo del rifiuto, si tramuta in produzione di energia preziosa per l’approvvigionamento energetico in particolar modo di tutto il contesto situato attorno alla fabbrica. Auspichiamo quindi una forte presa di coscienza sull’impellenza di porre una dose maggiore di attenzione su questo tema, principalmente nella nostra area metropolitana di Catania in questi giorni in difficoltà laddove, purtroppo, è ancora enorme la quota di indifferenziata prodotta”.
“Di pari passo va anche il problema di ridurre sensibilmente la quantità di rifiuto umido, per cui secondo il nostro parere – evidenza il segretario – occorre potenziare le attività di compostaggio, domestico e di comunità. Siamo convinti che, aldilà di quei comuni che devono e possono sforzarsi ulteriormente per raggiungere la percentuale di raccolta differenziata minima, gli enti locali che già superano il 65% hanno il diritto ad essere incentivati a fare di più e meglio. Insistiamo nel chiedere misure urgenti per la definizione delle gare per gli appalti (vedi il caso Catania tutt’oggi intrappolato nelle maglie burocratiche) e per il controllo sull’efficienza degli stessi affidamenti”.
“A pagare questa inerzia – conclude il leader della Ugl etnea – non possono essere più i cittadini e lavoratori, che già devono accollarsi una Tari salata, ma anche le città che non meritano di certo città deturpate dalla spazzatura per strada, neanche fossimo rimasti fermi a quarant’anni fa.”
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