La mensilità di dicembre dell’RdC ha un termine ultimo per essere speso: cosa dice la legge e quali sono i controlli dell’Inps
Il Reddito di Cittadinanza giunge alle battute finali Dopo quattro anni di polemiche tra chi era contrario e chi a favore, quella di dicembre sarà l’ultima mensilità. Com’è ben noto il governo, con la Legge di Bilancio 2023, ha abolito la misura, lasciandola in vigore fino alla fine dell’anno corrente. Dal 1 gennaio 2024 scatta il Reddito di inclusione e l’Inps ha anche spiegato cosa fare per il passaggio da una misura all’altra.
L’ultimo accredito in ordine di tempo è quello del 27 novembre 2023: vediamo entro quando bisogna spendere l’importo e cosa rischia chi non rispetta la scadenza. Innanzitutto ricordiamo che il reddito prevede due diverse scadenze mensili, in base alla categoria di beneficiari in cui si rientra. È lo riceve da tempo il giorno dell’erogazione è il 27; chi invece lo riceve la prima volta avrà l’accredito già il 15.
Qualsiasi sia la data di accredito, i beneficiari hanno la possibilità di spendere i fondi entro il 31 dicembre 2023. Il termine dell’anno, però, non si applica ai fondi presenti sulla carta Rdc relativi a eventuali arretrati o alla quota dell’Assegno Unico. Infatti anche dopo gennaio è importante conservare la carta per chi deve ricevere altre spettanze. La somma ricevuta deve essere spesa entro il mese successivo. Dunque chi riceverà per l’ultima volta l’importo a dicembre, avrà tempo per spendere l’intera cifra fino al 31 gennaio 2024.
Se l’accredito non viene speso, cosa succede? Come spiega anche il sito del Ministero del Lavoro, sono previste delle decurtazioni. Ad esempio se la mensilità di novembre 2023 non viene speso entro il 31 dicembre 2023, il saldo subirà una riduzione a partire da dicembre. Dopo l’erogazione del servizio anche a dicembre 2023, l’Inps effettuerà una verifica per calcolare l’eventuale importo in eccesso rispetto alla mensilità regolare del Reddito di Cittadinanza che non può superare il 20%.
Capitolo a parte per quanto riguarda gli arretrati. Quando si ricevono non è obbligatorio spendere l’importo entro la fine del mese successivo all’accredito. In tali casi l’Istituto di Previdenza suddivide l’anno in due semestri e alla fine di questo periodo effettua una verifica completa considerando l’intero importo in eccesso calcolato su tutte le sei mensilità.
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