Si avvicina l’Epifania e con sé porterà, come ogni anno, non solo doni ma soprattutto tanta, tanta cioccolata. Scopriamo come nasce questa tradizione
Stanno per concludersi anche queste nuove, meravigliose, feste di Natale. Passato anche Capodanno, il sipario, come ogni volta, calerà con l’Epifania che cade il 6 gennaio e che appunto conclude il periodo natalizio portando con sé una ricca tradizione di simboli e gesti significativi. Una pratica comune è quella di scambiarsi doni, specialmente ai bambini, e in particolare, anche per gli adulti, regalare cioccolato nelle famose calze. Ma come nasce questa tradizione?
Premesso che la figura della Befana è strettamente legata ai Re Magi e ai doni portati a Gesù, la tradizione del donare cioccolata affonda le sue radici nella storia che avrebbe incrociato il destino dell’anziana con i portatori di oro, incenso e mirra. Pentita di non aver seguito gli uomini quando questi ne fecero richiesta in direzione Betlemme, preparò un cesto ricolmo di dolci come dono e si mise in cammino alla loro ricerca e a quella del bambino.
La storia della Befana, perché si dona il cioccolato
La Befana, però, non riuscì mai a trovarli. Decise quindi di condividere la sua dolcezza con i bambini lungo il percorso, donando dolciumi ad ogni casa. Il suo fu un gesto di generosità ma, al contempo, anche di speranza auspicandosi che uno di quei bambini fosse il tanto cercato Gesù Bambino. Nasce così la tradizione affascinante della Befana porta dolci ai bambini buoni, con tante famiglie che hanno replicato la vicenda per commemorare quell’azione storica. La calza, ovviamente, è un chiaro riferimento proprio all’anziana.
Ma c’è di più. Una variante della leggenda vorrebbe che Numa Pompilio, uno dei sette re di Roma, avesse l’abitudine di appendere una calza in una grotta durante il solstizio d’inverno, aspettando doni da una ninfa. Questa storia avrebbe contribuito e indirizzato a creare la leggenda della befana che ancora oggi è presente in ogni parte del mondo. Oltre alla cioccolata, però, i suoi doni commestibili prevedono in alcune terre anche frutta secca, mele e mandarini nonché simboli di prosperità e buon auspicio per il nuovo anno.
I bambini la adorano e la temono contemporaneamente: apprezzano la sua presenza in quanto portatrice di cioccolata e spesso anche giocattoli nuovi oltre quelli di Babbo Natale; ma al contempo sono terrorizzati per il volto inquietante e per le storie che alimentano l’altra faccia della medaglia un po’ sinistra di questa figura non proprio affabile come Santa Claus. Molti bambini, il 6 gennaio, dormono con la testa sotto le coperte in quanto intimoriti.