I carabinieri con l’operazione Fossa dei Leoni smantellano lo spaccio in zona: il sistema per l’accesso e i nomi dei coinvolti
Sono 14 le persone indagate a vario titolo, presunti autori dei reati di detenzione e vendita di sostanze stupefacenti e di associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti. L’operazione, denominata Fosse dei Leoni II, è stata realizzata su delega della Procura Distrettuale di Catania con la quale i Carabinieri del Comando Provinciale, con il supporto dei reparti specializzati come la Compagnia di Intervento Operativo del XII Reggimento “Sicilia” e Nucleo Cinofili, hanno dato esecuzione all’ordinanza di misure cautelari personali in carcere emessa dal Gip di Catania. su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia.
Fossa dei Leoni di Catania: cos’hanno scoperto i carabinieri
L’indagine, portata avanti dall’ottobre 2019 al marzo 2020 e che prende il nome dalla piazza di spaccio che sorge viale Grimaldi 10, riconducibile al clan Cappello, ha fatto emergere che il “lavoro” degli spacciatori era suddiviso su due turni, uno dalle 9 alle 18 e un altro dalle 18 alle 22, in modo che si garantisse l’acquisto di crack, cocaina e marijuana per 13 ore al giorno. Pusher e vedette utilizzavano veri e propri nomi in codice come camicie per la cocaina, crackers per il crack o giubbotto per la marijuana.
All’interno dell’androne di una delle due palazzine del viale Grimaldi 10 era stato costruito abusivamente un portone in ferro battuto che era possibile aprire solo dall’interno. Come ulteriore sicurezza era stato organizzato un prefiltraggio con i pusher che chiedevano agli acquirenti la tipologia di droga e la quantità, in modo da verificare se si trattare di un agente delle forze dell’ordine sotto copertura.
Dei ventisei arresti in flagranza di reato, i carabinieri hanno denunciato due persone in stato di libertà e sequestrato 66,620 chili di marijuana, 61 grammi di crack e 57 grammi di cocaina. Sono state trovate anche delle armi: due pistole, un fucile, trentuno cartucce di vario calibro, uno smartphone con scheda telefonica. Inoltre è stato scoperto un appunto, detto “pizzino” riportante le date e numeri attinenti all’approvvigionamento della sostanza stupefacente. L’area era sotto controllo con un sistema di videosorveglianza non autorizzato. Sequestrati anche 2810,00 euro frutto dell’attività illecita.
Questi i nomi degli arrestati:
Amoruso Giuseppe, classe 1994;
Condorelli Angelo, classe 1990 (in atto detenuto presso casa circondariale Enna);
Condorelli Francesco, classe 1985 (in atto detenuto presso casa circondariale Piazza Lanza);
Cristaudo Salvatore, classe 1989 (in atto detenuto presso casa circondariale Palermo);
Drago Orazio, classe 1970;
Fabiano Daniele Giuseppe, classe 1989;
Lombardo Lucio, classe 1990;
Rossello Alessandro, classe 1997 (in atto detenuto presso casa circondariale Rossano Calabro);
Rossello Daniele, classe 1993;
Santapaola Roberto, classe 1980;
Tomaselli Nunzio, classe 1991.