Frecciabianca flop: costoso, vuoto, lento ma almeno c’è il caffè

“E’ identico al regionale, costa 28 euro solo andata e, come il regionale, ci sta 3 ore e 15 minuti ad arrivare a Palermo“. Le parole, sconsolate, sono di un utente del Frecciabianca. Sconsolate, si. Perché solo per la pomposità con cui è stato presentato, dal Frecciabianca era lecito aspettarsi qualcosa in più. E invece, senza mezzi termini, è un flop.

Una sostanziale delusione lenita da un’unica, solitaria, consolazione. “Almeno passa qualcuno a chiederti se vuoi il caffè”.

A parlare è sempre il nostro viaggiatore che da Catania ha deciso di andare a Palermo provando questo rivoluzionario servizio offerto da Trenitalia per migliorare la mobilità della Sicilia. L’ennesima presa in giro ad un popolo che, oggettivamente, non merita di essere trattato cosi.

Siamo 20 o forse 30 anni indietro. Non è una frase fatta. Abbiamo un treno che collega Catania e Palermo in 3 ore. Brindiamo. Inauguriamo 7 km di autostrada da Rosolini a Pozzallo. Ci siamo stati 40 anni a farli, ma brindiamo. Inauguriamo una stazione a Capaci. Brindiamo.

Brindiamo per non piangere, perché sappiamo che in Italia in tre ore con il treno si va da Roma a Milano. Sappiamo che in Italia il ponte Morandi ( con tutto il rispetto per le vittime ) l’hanno rifatto in pochi mesi e che da noi il ponte Simeto sulla Catania – Palermo è chiuso per manutenzione da quando è caduto il ponte Morandi. Brindiamo anche se sappiamo che al nord una nuova autostrada si fa in 4-5 anni mentre da noi per fare la Catania-Siracusa ce ne sono voluti 40.

Il Frecciabianca è l’ennesimo sfregio. Treni che al nord non usavano più mandati in pensione in Sicilia. E se i tempi di percorrenza (assurdi) rimangono uguali e il prezzo è raddoppiato perché ci vogliono 28 euro per andare a Palermo, è chiaro che poi non bisogna stupirsi se sul treno ci sono a malapena 3 o 4 persone.

Però c’è il caffè. Si ma è sempre più amaro.

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