«Abbiamo appreso come Cisl, dalla lettura di un articolo pubblicato da qds.it, a firma di Giuseppe Bonaccorsi, che l’11 marzo si procederà all’approvazione del progetto di fusione tra la Sidra e Catania rete gas, società partecipate del Comune di Catania. Per l’importanza che tale operazione riveste, non solo nel percorso di risanamento delle casse comunali, ma anche per il coinvolgimento di un alto numero di dipendenti, sarebbe opportuno avviare con i rappresentanti dei lavoratori delle due aziende un serio confronto sulle modalità con cui tale fusione avverrà».
È Maurizio Attanasio, segretario generale della Cisl di Catania, a intervenire sul prossimo appuntamento che riguarderà l’assetto delle due società partecipate comunali catanesi.
«Se finora la stasi nel dialogo con l’amministrazione comunale poteva essere giustificata come naturale conseguenza del precipitare degli eventi che hanno coinvolto il sindaco Pogliese – continua Attanasio – ora con le delicate decisioni che saranno prese non si può più attendere».
«Ribadiamo ancora una volta al sindaco facente funzioni, Roberto Bonaccorsi, come già fattogli nel corso del congresso della Cisl catanese al quale presenziava – ricorda – che non farebbe il bene della città continuare a tenere distanti le forze sociali da un vero confronto, assente in occasione di altre incorporazioni delle società partecipate comunali, perseverando nell’incentivare la disintermediazione. Siamo molto preoccupati perché, anche in altri ambiti, abbiamo già vissuto le stagioni e subìto le conseguenze della logica dell’uomo solo al comando, confinato in un angolo come un pugile suonato, mentre la città, in quel caso il Paese, affondava».
Secondo Attanasio «il confronto si estenda alla progettualità relativa al PNRR, di cui non abbiamo più alcuna notizia». «I temi sul tavolo – spiega – sono tanti e toccano tutta la collettività, il lavoro, lo sviluppo, il presente e il futuro della città e dei cittadini, su cui molto spesso, si travisa la narrazione, edulcorando e confezionando la verità non di certo a beneficio del bene comune».
«Lo avevamo già detto – conclude il numero uno della Cisl etnea – non vorremmo essere costretti, in assenza di un dialogo costruttivo, aperto e rispettoso di ciò che rappresentiamo, lavoratori, pensionati, famiglie, a chiedere noi stessi ai catanesi che si stacchi la spina a ciò che sta già diventando una lenta agonia della città».
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