Nelle prime ore di oggi, i militari del Comando Provinciale dei Carabinieri e della Guardia di Finanza di Palermo hanno dato esecuzione a un‘ordinanza applicativa di misura cautelare reale.
Emesso dall’Ufficio del G.I.P. del Tribunale di Palermo, sono due le società a ricevere il provvedimento. Site, nello specifico, a Palermo e Carini (PA). Operano, rispettivamente, nel settore del recupero per il riciclaggio e nel commercio all’ingrosso di rottami metallici.
Le accuse mosse a loro carico hanno a che fare con ricettazione di materiali metallici di provenienza delittuosa e traffico illecito di rifiuti.
LE INDAGINI
Un’articolata attività investigativa, iniziata nel giugno 2012 e conclusasi nel giugno 2019, ha permesso di raccogliere gravi indizi di colpevolezza a danno delle due società. Aziende leader in Sicilia nel settore di rottamazione dei metalli. Ritenute presunto punto di riferimento per una moltitudine di soggetti con precedenti penali specifici per reati contro il patrimonio.
I quali, quotidianamente, si sarebbero recati nelle aziende predette. Qui avrebbero consegnato materiale metallico: provento di furto o di provenienza illecita.
Importante il ruolo svolto dalla polizia giudiziaria. Che ha documentato presunte cessioni di materiali dal valore di 2 milioni circa.
E’ stato, inoltre, possibile monitorare anche l’intero iter delittuoso: iniziava con dei furti commessi a privati o aziende di utilità pubblica come l’ENEL. Infine, si conferiva il materiale in questione agli stabilimenti delle aziende coinvolte. Materiale oggetto di vendita ad altri gruppi commerciali di maggiori dimensioni, con base a Roma e Bologna operanti sul territorio nazionale e estero.
Ulteriori accertamenti hanno permesso di individuare la quantità di materiale ferroso oggetto del reato e di quantificare il profitto derivante dalle vendite.
Al termine delle indagini, sono stati sequestrati beni mobili e immobili che ammontano a circa 1.100.000 euro. Sequestrati per equivalente, sino alla concorrenza, 1.095.863 euro proveniente dalla disponibilità finanziarie delle imprese coinvolte e dai loro amministratori e soci. Ma anche dalla due società e dai beni, parte del patrimonio aziendale.
L’ Autorità Giudiziaria ha affidato la gestione delle due società a un amministratore giudiziario.