Giovanni Verga, simbolo assoluto della letteratura italiana, è tutt’oggi studiato in tutte le scuole del nostro Paese e non solo. Un predestinato, poiché il primo romanzo lo scrisse a un’età record
Catania ha una meravigliosa storia alle spalle, un vissuto glorioso e una rilevanza artistica non indifferente. Ciò che non è da meno, però, è anche la capacità di “partorire figli eccellenti” che hanno portato in alto il nome della città dell’Etna e in generale la Sicilia tracciando anche un segno importante nella storia non solo dell’isola ma in generale dell’Italia e, sicuramente, del mondo intero.
Uno di questi personaggi illustri, per esempio, è Giovanni Verga, nato il 2 settembre 1840 a Catania, nonché uno dei più grandi scrittori italiani del XIX secolo noto per ritrarre, tra l’altro, proprio la vita e la società siciliana in tutte le sue sfaccettature. Cresciuto in una famiglia benestante, Verga si trasferì a Firenze per studiare legge ma la sua passione per la scrittura lo portò a dedicarsi completamente alla letteratura.
Giovanni Verga e il verismo in Sicilia
Le origini di Verga, come sappiamo, hanno profondamente influenzato la sua produzione letteraria. La Sicilia, con la sua ricca cultura e le complesse dinamiche sociali diventò il palcoscenico dei suoi romanzi e racconti. La sua opera più celebre, “I Malavoglia” pubblicata nel 1881, offre uno sguardo dettagliato sulla vita della classe lavoratrice siciliana dell’epoca, evidenziando le difficoltà economiche e le tensioni familiari che ne venivano fuori.
Come abbiamo studiato nelle scuole superiori, Verga è considerato il principale rappresentante del verismo italiano, nonché un movimento letterario che cercava di ritrarre la realtà in modo oggettivo e scientifico senza condizionamenti di alcun tipo. La sua scrittura cruda e realistica, spesso caratterizzata da un linguaggio dialettale proprio per rendere ancor meglio l’idea del vussito, ha contribuito a trasformare la narrativa italiana e a ispirare molti scrittori successivi.
La sua opera ha avuto un impatto forte e perenne sulla letteratura italiana, influenzando autori successivi come Luigi Pirandello e contribuendo allo sviluppo del realismo e del naturalismo nel panorama letterario europeo. La sua abilità nel catturare le sfumature della vita quotidiana continuano essere studiata e apprezzate e lo saranno sicuramente per i prossimi decenni ancora e non solo.
Un predestinato assoluto. Puramente questo se si pensa che il suo primo romanzo lo ha scritto all’età di 15 anni, fase adolescenziale caratterizzata quasi sempre da un caos interno e confusione generale e non certamente una visione critica così netta e una certa capacità letteraria come è invece accaduto con l’autore catanese. Amore e patria, fu il primo manoscritto nella suddetta età.