Saranno restaurati e restituiti al loro splendore gli affreschi settecenteschi custoditi a Catania nel chiostro dei frati minori francescani. Attiguo alla Chiesa Santa Maria di Gesù.
Finanziato dal Governo Musumeci, l’intervento di recupero degli affreschi sarà eseguito sotto la direzione della Soprintendenza per i Beni culturali etnea.
«Ho ritenuto doveroso aderire – sottolinea il presidente della Regione, Nello Musumeci – alla appassionata richiesta di intervento avanzata dal parroco Massimo Corallo. Supportata dalle relazioni dei tecnici della Soprintendenza. Che evidenziano la necessità di interventi conservativi di somma urgenza. Potremo così preservare un patrimonio artistico di grandissimo pregio. Porre fine ad episodi di brutale vandalizzazione come quelli che si sono verificati recentemente e permettere al complesso monumentale di mettere in mostra i tesori che custodisce».
Inoltre, gli affreschi contenuti nel chiostro settecentesco – in parte di proprietà dei frati francescani e in parte della Città metropolitana di Catania – si qualificano come un racconto per immagini, in 29 clipei, dei momenti salienti della vita di San Francesco. Nello specifico, l’intervento prevede il prefissaggio e il fissaggio della pellicola pittorica, il consolidamento, la pulitura, l’eliminazione della ridipintura, la stuccatura e la reintegrazione pittorica.
Un progetto di indagine e documentazione dei fondali marini della Sicilia. Con l’aiuto di innovativi sensori e robot, alla scoperta di nuovi siti archeologici subacquei.
È stato finanziato dalla presidenza della Regione Siciliana (con oltre mezzo milione di euro). D’intesa con la Soprintendenza del mare, allo scopo di gettare le basi per l’istituzione di un Centro di eccellenza dell’Archeologia Subacquea.
L’obiettivo è quello di valorizzare il patrimonio culturale sommerso attorno all’Isola. Per dare continuità al lavoro svolto dal compianto assessore Sebastiano Tusa.
«I fondali siciliani – afferma il presidente della Regione, Nello Musumeci – ci hanno restituito negli anni e continuano a custodire tesori preziosi. Testimonianza di millenni di storia e di cultura. L’importante lavoro di ricerca che il governo regionale ha finanziato permetterà di creare una mappatura dettagliata della situazione sottomarina. Da mettere a disposizione gli interessanti ritrovamenti archeologici, non solo degli specialisti del settore, ma anche degli studenti, turisti, appassionati di storia.
« Il progetto – aggiunge l’assessore ai Beni culturali, Alberto Samonà – avrà la durata di circa tre mesi. Interesserà i fondali di Palermo, Ustica, Messina, Isole Eolie, Taormina, Catania, Siracusa, Ragusa, Caltanissetta, Agrigento e Trapani. Si avvarrà dell’utilizzo di un drone subacqueo (Auv-Autonomous underwater vehicles), in grado di effettuare contemporaneamente scansioni con strumenti sonar incorporati, immagini video e fotografiche in maniera autonoma attraverso un percorso di navigazione » conclude.
È previsto anche l’utilizzo di reti di sensori sottomarine innovative che forniranno in tempo reale dati utili per la sorveglianza dei siti e per monitorare la conservazione dei reperti. Le attività saranno gestite dalla Soprintendenza del mare, con una squadra di archeologi subacquei, documentaristi e ricercatori. La prima fase sarà dedicata alla ricerca a campione a una profondità batimetrica da 50 a 200 metri di profondità e sarà realizzata una mappatura dei fondali.
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