Grotte, Nicola Morra interviene alla presentazione di due libri


Grotte, in provincia di Agrigento, ospiterà la presentazione di due libri che descrivono la mafia e il malaffare a essa connesso.
Si tratta dei volumi intitolati “Il sistema Montante” e “Matteo Messina Denaro, latitante di Stato“.
All’iniziativa, in programma lunedì 12 settembre a partire dalle 17:30 nei locali della Biblioteca comunale “Martin Luther King”, saranno presenti i due autori, Salvatore Petrotto e Marco Bova.
A coordinare i lavori sarà Carmelo Arnone, direttore responsabile del quotidiano on line “Grotte. Info” che ha organizzato l’evento, patrocinato dal Comune.
A conclusione, l’intervento del senatore Nicola Morra, presidente della Commissione parlamentare Antimafia.

“IL SISTEMA MONTANTE”

Pubblicato da Bonfirraro Editore, il libro di Salvatore Petrotto, già sindaco di Racalmuto in provincia di Agrigento, indaga i mutamenti del fenomeno mafioso nel corso dell’ultimo quindicennio.
“Nel 2007 – si legge – la mafia cambia pelle, indossando la maschera dell’antimafia e mettendo a segno un vero e proprio colpo di Stato”.
Secondo l’autore, gli ultimi “professionisti dell’antimafia” l’avrebbero combinata davvero grossa.
“Hanno inscenato – scrive Salvatore Petrotto – la più solenne impostura che si ricordi, dai tempi dello sbarco anglo-americano a oggi: il protagonista è stato un personaggio davvero pittoresco”.
Ovvero, Calogero Antonello Montante, descritto come “un bohémien dell’imprenditoria di rapina che, all’improvviso, diventa uno dei principali leader nazionali di Confindustria“.
“Compare dei mafiosi Paolino e Vincenzo Arnone, discendenti dei celebri padrini Don Calò Vizzini di Villalba e Genco Russo da Mussomeli – racconta il volume – Antonello da Serradifalco viene nominato cavaliere del lavoro dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano“.
” Per rifare il lifting alla sua biografia personale e familiare – osserva Salvatore Petrotto – ci pensano scrittori del calibro di Andrea Camilleri: poi dentro le postazioni dei servizi segreti italiani e della CIA gli cambiano i connotati”.
“A colpi di dossier – scrive ancora l’autore – diventa il padre-padrone della Sicilia e si lancia alla conquista dell’Italia
intera, ma la mania di spiare e ricattare chiunque lo tradiscono”.
“La sua storia- si legge nel volume – nel 2018 finisce male, tra arresti domiciliari, detenzione in carcere e conseguenti processi penali”.

“Il sistema Montante” analizza anche i tanti lati oscuri della “spy story” di in cui è coinvolto l’ex presidente della Regione Siciliana Rosario Crocetta.
E insieme a lui, alcuni ex assessori regionali, il suo delfino e successore alla presidenza di Sicindustria, Giuseppe Catanzaro, nonché capo in Sicilia della famigerata lobby delle discariche.

IL COINVOLGIMENTO DELLA POLITICA

Secondo l’autore, “la rete di protezione, di cui godevano i vertici degli industriali siciliani, era inoltre costituita
dagli ex ministri dell’Interno e della Giustizia, Angelino Alfano e Anna Maria Cancellieri”.
“Nella maglie degli investigatori-spiega – sono rimasti impigliati anche l’ex presidente del Senato, oggi candidato alla presidenza della Regione per il centro destra Renato Schifani e l’ex Capo di Stato Maggiore dei Carabinieri ed ex capo dei
servizi segreti, Arturo Esposito“.
Durante la presentazione a Grotte, l’autore affronterà anche altri aspetti legati al sistema messo a punto dall’ex esponente di Confindustria.
“Molti sono i componenti delle associazioni a delinquere create da Antonello Montante – spiega – ancora a piede libero, che continuano a far soldi a palate, in maniera illecita, in ogni settore dell’economia siciliana, grazie ai soliti metodi corruttivi”.
“C’è ancora da stabilire – conclude – se quello che gli inquirenti di Caltanissetta hanno definito, in suo onore,  sistema Montante, è davvero finito o se già si cela sotto altre mentite spoglie”.

“MATTEO MESSINA DENARO, LATITANTE DI STATO

Marco Bova, giornalista e videomaker, è l’autore del “Matteo Messina Denaro, latitante di
Stato”, edito da Ponte delle Grazie.
Collaboratore di AGI e de Ilfattoquotidiano.it, descrive ” i tanti errori e le collusioni, le brillanti carriere nate da macerie giudiziarie ed i fiumi di denaro sperperato, che hanno permesso all’ultimo dei corleonesi, coinvolto anche nelle stragi del 1992, di rimanere latitante per quasi trenta anni”.
Il libro che sarà presentato a Grotte ricostruisce le vicende che vedono protagonista l’ultimo boss stragista di “Cosa Nostra”, il legame con ambienti massonici, politici e imprenditoriali, le attività svolte da magistrati, investigatori e servizi segreti, “tra
sovrapposizioni e faide interne che hanno permesso a Matteo Messina Denaro di sfuggire  alla cattura”.
Errori? Non soltanto errori, sostiene Marco Bova, per il quale “si evince altresì quel tragico gioco di complicità, gelosie e affari di un potere istituzionale, politico e mafioso che per decenni ha governato il nostro Paese”

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