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Ho perso le parole- #Accatania

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Fabrizio Ventura

Vi chiedo scusa. Forse qualcuno aspetta questa rubrica per sorridere un po’, ma stavolta non ce la faccio. Ho perso le parole e non riesco a trovare nessuna battuta che abbia un senso. Non posso proprio commentare con ironia una faccenda tanto assurda e inconcepibile.

Lunedì i carabinieri del comando di piazza Verga hanno denunciato un uomo di sessantuno anni per maltrattamento di animali. E già qui sarebbe giusto indignarsi a sufficienza per una fattispecie di reato tanto odiosa, ma come spesso accade la notizia sarebbe potuta benissimo cadere nell’oblio se non ci fosse stato dell’altro. Infatti, non siamo davanti a una delle tante storie di cani segregati nei balconi, messi alla catena o ammassati in un canile, che, ripeto, sono fatti odiosi ma purtroppo ordinari. In questo caso il “signore” in questione passava il tempo a infarcire wurstel con chiodi, ami e graffette, per poi disseminarli lungo il corso Italia e le vie limitrofe. Cioè, questo soggetto, deliberatamente, preparava delle esche per colpire degli animali innocenti, gatti o cani che si trovavano a passare da lì solo perché il destino li aveva in odio, sperando che le povere bestie le ingerissero e morissero tra atroci sofferenze.

Da mesi era il suo hobby preferito, tanto che i carabinieri hanno raccolto numerose denunce e testimonianze, avviando delle lunghe indagini che sono terminate con la perquisizione della sua abitazione, o se volete del suo laboratorio dell’orrore, dove sono stati trovati gli “attrezzi del mestiere”.

Ora, io spesso mi metto nei panni anche di chi delinque e cerco di trovare una motivazione a quello che fa: non cerco di giustificare, ma ho sempre voglia di capire. Però in questo caso non ce la faccio. Non riesco a capire. Cosa spinge un essere umano a uccidere delle creature innocenti, infliggendo loro tanto dolore? Cosa lo invoglia ad alzarsi la mattina con l’intento deliberato di dare tanta sofferenza? I serial killer, nella loro efferata follia, in qualche modo godono del male delle loro vittime perché ne hanno la certezza. Questo neanche li vedeva soffrire, gli bastava sapere che qualche essere vivente, forse, sarebbe stato male per causa sua.

Io non ci riesco, mi arrovello e mi viene da piangere nel pensare a un povero cagnolino che ha avuto l’intestino bucato da un chiodo, per il solo fatto che qualcuno si è eccitato al mero pensiero che ciò potesse accadere.  Cosa lo ha spinto? Perché? Perché?

Da garantista mi sforzo di affermare che quest’uomo è innocente sino a sentenza passata in giudicato e me lo auguro per lui, perché continuo a non credere che si possa arrivare a tanto. Poi mi soffermo a pensare alla pena che gli potrebbe essere inflitta e ci sto ancora più male: da 3 a 18 mesi di carcere – che comunque non farà mai perché non è prevista detenzione al di sotto dei 3 anni – o una multa da 5.000 a 30.000 euro. Ne segue che domani potrebbe benissimo continuare indisturbato a fare quello che ha fatto infischiandosene di tutto…ma è normale?

Da due settimane i giornali sputtanano una povera preside perché, forse, ha scopato con un ragazzo maggiorenne. Spiattellano le sue chat e la sua vita privata sui social dandole tranquillamente in pasto alla pubblica opinione, in una oscena spirale di morbosità che rasenta la pornografia giornalistica. Del sessantunenne che si diverte ad uccidere cani e gatti, invece, non conosciamo né le generalità né la faccia per un sacrosanto diritto alla privacy, che, però, mette tutti i proprietari di animali a rischio qualora avessero la sfortuna di incrociarlo per strada. Ripeto…ma è normale?

A volte mi chiedo chi siano davvero le bestie e purtroppo la risposta è sempre la stessa.

Scusatemi, ma oggi non riesco proprio a trovare le parole e le battute…e neanche a sorridere un po’…

Fabrizio Ventura

Si laurea in Economia all'Università di Catania grazie a diverse raccomandazioni e al ricorso sistematico al Cepu. Riesce ad entrare in banca copiando spudoratamente ai test di assunzione, ma si accorge presto che quella non può essere la sua strada. Si butta allora a capofitto nello studio, riuscendo a conseguire diverse lauree presso l'Università della Vita: scienze politiche, giurisprudenza, ingegneria civile, lettere e recentemente medicina con specializzazione in virologia. Consapevole che il suo futuro è nel reddito di cittadinanza, decide di togliere tempo al lavoro da bancario per dedicarlo alla scrittura: al suo attivo centinaia di post su Feisbùkk, la rubrica #accatania su Catania Live 24 e un romanzo che prima o poi qualcuno mosso a compassione deciderà di pubblicare.

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