Muove i primi passi il progetto “Centri di Aggregazione Territoriale (CAT) e con percorsi alla Genitorialità e nelle scuole”. Messo in campo dal Comune di Catania insieme con il privato sociale. Finanziato con i fondi del PON Metro – Città Metropolitane 2014-2020 – Asse 3 per l’Inclusione Sociale (progetto CT.3.3.1.b. CAT@CT).
Unanime è il sentimento espresso oggi in Aula Consiliare, a Palazzo degli Elefanti. In occasione della conferenza di presentazione del progetto: non c’è sviluppo senza un investimento sui bambini, sui giovani. Insomma, sul futuro. Un territorio che non lascia indietro nessuno è un territorio che mette al centro i servizi educativi, li rafforza. Perché è da qui che si garantiscono nuove opportunità di crescita e il diritto di essere bambini.
Tre i municipi coinvolti nel territorio catanese: il primo che aggrega il Centro storico, il quarto e il sesto che coinvolgono quelle che vengono definite “aree bersaglio”, alle quali serve attenzione, cura, rigenerazione e impegno.
Dagli spazi storici della città di Catania fino a San Giovanni Galermo, Trappeto, Cibali, Librino, San Giorgio. San Giuseppe La Rena, Zia Lisa, Villaggio Sant’Agata, i centri aggregativi – che già animano i territori e sono gestiti dalle organizzazioni del Terzo Settore – verranno rafforzati. Più cultura, più inclusione. Più attività educative e ricreative e la nascita di tre Centri entro il prossimo anno, uno per ogni circoscrizione. Che si aggiungeranno ai 12 già esistenti.
«L’inclusione è la leva di sviluppo di un territorio – ha detto in Aula Roberto Bonaccorsi, Sindaco Facente Funzioni del Comune di Catania -. L’Amministrazione Comunale ha costruito in questi anni una Rete forte e produttiva, potenziando i servizi socio-educativi per contrastare la devianza minorile e la dispersione scolastica».
«Ancora una volta la collaborazione tra pubblico e privato è la strada vincente per dare opportunità concrete a coloro i quali vivono le fragilità – ha ribadito Giuseppe Lombardo, Assessore ai Servizi Sociali del Comune di Catania, presente insieme all’Assessore Sergio Parisi -. Il progetto CAT ci permette di compiere uno slancio nuovo, innovativo, perché per la prima volta ampliamo il target di riferimento, costruendo dei percorsi di inclusione reale per i bambini e ragazzi dai 6 ai 21 anni. Ed è proprio questo l’elemento caratterizzante: realizzare delle prese in carico anche per i neomaggiorenni ci permette di lavorare affinché i giovani – nel segno della legalità e delle pari opportunità – abbiano il desiderio ma anche gli strumenti per poter investire sui loro territori, farli crescere, generarli di nuova energia».
Lo scenario è quello della collaborazione e della condivisione, della progettazione fatta insieme tra tutte le forze che si occupano della cura e della crescita dei bambini e dei ragazzi. Istituzioni che dialogano con il Terzo Settore, scuole che cooperano e operano insieme alle famiglie, alle associazioni, alle società sportive, alle parrocchie. Come confermano le presenze in Aula della dott.ssa Mariagrazia Barbagallo, che ha portato i saluti del Prefetto di Catania ribadendo che «sposare progettualità come queste significa costruire insieme nuove forme di futuro» e Roberta Montalto, Dirigente dell’USSM di Catania. «C’è un filo rosso che lega tutte queste iniziative che mettono al centro la lotta alla devianza minorile.
Il tratto distintivo del progetto è il forte collegamento tra le forze in campo, specie con gli Istituti Scolastici, e la creazione di percorsi che supportano la genitorialità. È impossibile costruire progetti per bambini e giovani senza il coinvolgimento delle famiglie, perché altrimenti i risultati rischiano di essere vanificati».
Il progetto è messo in campo con: Cooperativa sociale Futura 89, associazione culturale Eden School, Istituto San Francesco Di Paola. Aps Play, Istituto Catechistico Divina Provvidenza, cooperativa sociale Prospettiva, Associazione Sacro Cuore, Marianella Garcia, Fondazione Opera Diocesana Assistenza. Consorzio Sol.Co. – Rete di Imprese Sociali Siciliane, Fondazione Cirino La Rosa, Collegio Maria Ausiliatrice delle Salesiane di Don Bosco, cooperativa sociale La Fenice.
Tante voci, tante realtà, un unico palcoscenico: costruire comunità educanti, superando la logica secondo la quale i servizi educativi devono avere forme di assistenzialismo. Le famiglie e i ragazzi non sono meri destinatari di servizi, ma protagonisti attivi. Alle attività culturali e creative i Centri aggregativi offriranno, infatti, laboratori di partecipazione. Con l’obiettivo di stimolare i ragazzi a prendersi cura del territorio, ad amarlo, rispettarlo, voler costruire nuove forme di sviluppo. “Ed è così che Catania assume tutto il sapore di futuro”.
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