Un nuovo, drammatico episodio di violenza all’IPM di Catania, soltanto l’ultimo di una lunga serie.
Una stanza ha preso fuoco – la seconda nell’arco di pochi giorni – intorno alle 21:00 dello scorso mercoledì.
Autori del gesto, alcuni ristretti dei quali in precedenza era stato chiesto l’allontanamento.
Per spegnere le fiamme, si è reso necessario l’impiego di ben quattro estintori.
Senza gravi conseguenze, per fortuna, l’intossicazione per tre poliziotti penitenziari in servizio.
Intorno alle 23:00, la situazione all’Istituto Penale per i Minorenni è tornata alla normalità.
Intervenendo con estrema rapidità, il personale ha infatti garantito la sicurezza all’interno della struttura, tutelando l’incolumità dei detenuti presenti al momento del rogo.
Secondo il racconto di alcuni poliziotti penitenziari, dietro il gesto dei minori detenuti vi sarebbero tuttavia soltanto motivi futili.
Nella maggior parte dei casi, come spiegano gli stessi agenti, si tratta della classica “tattica” – ovvero creare disordine e trambusto – utilizzata per ottenere il trasferimento in altri istituti minorili.
A darne notizia sono Armando Algozzino e Marco Drago, rispettivamente segretario nazionale e componente della segreteria regionale della Uil Pubblica Amministrazione Polizia Penitenziaria.
I due esponenti sindacali intervengono sui fatti accaduti chiedendo interventi urgenti.
“É necessario che l’amministrazione – dichiarano- prenda rapidamente provvedimenti affinché il personale dell’Istituto possa lavorare in piena serenità”.
“Occorre inoltre – sottolinea Marco Drago – conferire le giuste benemerenze ai colleghi che sono intervenuti con prontezza, mettendo in salvo i detenuti che hanno causato gli incendi”.
“Ancora una volta – aggiunge Armando Algozzino – la Polizia Penitenziaria ha dato prova di essere un Corpo altamente professionale e molto capace nella gestione delle emergenze: le lodi però non bastano, occorre semmai risolvere efficacemente le criticità che affliggono la stragrande maggioranza degli Istituti, sia in Sicilia che nel resto d’Italia”.
“Disagi e problematiche annosi, come il sovraffollamento e le carenze di organico – conclude il segretario nazionale – che l’emergenza sanitaria ha drammaticamente messo in luce e peggiorato nel corso degli ultimi due anni”.
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