Jenny e Seby. Un amore burrascoso finito nel sangue e nel dolore. Una figlia lei e due lui. Oggi si è conclusa questa ennesima vicenda di violenza e si conclusa come spesso avviene con un suicidio o presunto tale. Ma gli inquirenti, già nei giorni scorsi, avevano già chiaro tutto e infatti era stato emesso un decreto di fermo di indiziato di delitto per omicidio. Non c’è stato bisogno di eseguirlo perché il 31enne catanese Sebastiano Spampinato, detto Seby, incensurato, è stato rinvenuto cadavere nella mattinata all’interno di un giardino di una villetta disabitata del Villaggio “Campo di Mare”.
Verso le 21:45 circa di venerdì scorso, secondo la ricostruzione dei Carabinieri, la giovane vittima, madre di una bimba di 4 anni avuta da un ex compagno con cui aveva mantenuto discreti rapporti, dopo essere uscita insieme ad una collega dal panificio di via S. Allende a Lineri dove le donne lavoravano, era stata uccisa con tre colpi di pistola (due al volto e uno al fianco sinistro) esplosi da un uomo giunto a bordo di uno scooter con il volto travisato da un casco.
L’omicidio della donna ha evidenziato sin da subito le caratteristiche di una premeditata esecuzione da parte dell’assassino. Quest’ultimo una volta individuata la vittima, era sceso dal mezzo e l’aveva raggiunta a piedi chiamandola per nome prima di sparare. Nella circostanza, i rilievi della Sezione Investigazioni Scientifiche dei Carabinieri hanno consentito di repertare sulla scena del crimine anche quattro proiettili inesplosi. A testimonianza di una non meglio indicata complicazione avvenuta durante l’azione di fuoco riconducibile verosimilmente allo stato di agitazione dell’aggressore.
L’indagine ha avuto una prima e fondamentale svolta quando i Carabinieri hanno accertato l’esistenza di un’utenza telefonica, in uso alla vittima fino a poco tempo prima, ma sospetta perché intestata proprio a Sebastiano Spampinato. L’uomo è risultato essere coniugato (con due figli minori) e senza apparenti legami con la vittima.
Gli immediati approfondimenti hanno consentito di appurare l’esistenza di una relazione burrascosa andata avanti, sembrerebbe per almeno tre anni, tra Giovanna e Sebastiano. Una relazione che, verosimilmente si sarebbe bruscamente alcune settimane fa. Una storia nota anche ai familiari della vittima, che però non hanno voluto fornire alcuna collaborazione, negando qualunque tipo di relazione della vittima con altri soggetti.
Ulteriori riscontri si sono avuti con l’accertamento dell’utilizzo da parte di Spampinato di uno scooter Honda SH 150 di colore scuro (intestato alla zia materna) e di un casco (modello MOMO design). Elementi simili a quelli descritti sul luogo dell’omicidio. Inoltre, tramite il sistema ricerche targhe SNCCT è stato rilevato il transito del mezzo con a bordo un individuo, nonostante le pessime condizioni meteo e la pioggia battente, in via Fontanarossa (direzione San Giuseppe La Rena). In orario compatibile sia con la fuga del presunto assassino, sia con la residenza della zia di Sebastiano. Da lei, infatti, aveva trovato appoggio da quando era terminata la relazione con Jenny (l’abitazione era ubicata all’interno del villaggio Campo di Mare). L’immediata verifica effettuata dai Carabinieri nelle ore successive all’evento omicidiario consentiva appurare che il soggetto si era reso volontariamente irreperibile abbandonando l’abitazione in gran fretta.
L’attivazione delle ricerche del fuggiasco hanno successivamente consentito di rinvenire e sequestrare, nei pressi dell’abitazione della madre, lo scooter utilizzato per l’omicidio. Oggetto di approfonditi rilievi tecnici al fine di riscontrare la presenza di eventuali tracce ematiche. Nonché ancora, lungo lo stradale Cravone, il suo cellulare abbandonato nell’erba selvatica a margine della carreggiata.
La pressione esercitata dall’Arma attraverso numerose perquisizioni domiciliari e una presenza massiccia nelle aree ritenute battute dal fuggitivo. Hanno indotto Spampinato a ricercare un ulteriore rifugio, questa volta in un sottotetto di un’abitazione al momento disabitata che si trova sempre nel Villaggio “Campo di Mare” di Catania. E’ qui che verosimilmente nelle prime ore del 14 dicembre, si sarebbe tolto la vita con un colpo di pistola esploso alla tempia destra.
Al riguardo, il sopralluogo effettuato dai Carabinieri della Sezione Investigazioni Scientifiche ha consentito di rinvenire e sequestrare un bossolo e l’ogiva esplosi dal suicida. Nonché una pistola Beretta mod. 92, con matricola punzonata, unitamente a due caricatori contenenti complessivamente 20 proiettili calibro 9 x 21. L’arma sarà inviata al RIS Carabinieri di Messina per gli accertamenti balistici tesi a verificare l’utilizzo della stessa anche nell’omicidio della Cantarero, nell’attesa dell’esame autoptico della salma.
Si terranno domani mattina, alla Chiesa della Sacra Famiglia in viale Mario Rapisardi, i funerali di Giovanna ‘Jenny’ Cantarero. La celebrazione avrà inizio alle ore 11.
Il sindaco di Catania, Salvo Pogliese, ha proclamato il lutto cittadino, con l’esposizione delle bandiera a mezz’asta, per tutta la giornata di domani.
Domani, dunque, l’ultimo saluto alla povera Jenny.
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