La Cgil attacca Musumeci: “Sindacati catanesi esclusi da confronto su Istituto Ippico”

Secondo la Cgil il presidente della Regione Nello Musumeci avrebbe escluso i sindacati catanesi dal confronto sulla delicata vertenza dell’Istituto incremento ippico. In ballo, infatti, c’è ancora il posto di lavoro per 7 dipendenti  in disponibilità, ma destinati, in assenza di soluzioni, a ritrovarsi senza occupazione.

La scelta di Musumeci di non interloquire con i sindacati,   già stigmatizzata da FP Cgil regionale, viene ancor più respinta dai rappresentanti sindacali catanesi, gli stessi che si sono ritrovati  “scartati” dal confronto istituzionale.  Secondo i rappresentanti la scelta del presidente è stata quella di non ricevere i rappresentanti dei lavoratori, proprio a seguito della convocazione fissata dai suoi stessi uffici e che aveva determinato la sospensione da parte dei sindacati dei sit in di protesta organizzato nei giorni scorsi. 

LA NOTA CONGIUNTA

“Dopo aver varcato la soglia della Presidenza ed essere stati regolarmente accreditati, il segretario generale provinciale della FP CGIL Gaetano Del Popolo, il segretario provinciale  del SADIRS Concetto Gulizia e i due Aziendali, rispettivamente Sebastiano Zappalà della FP CGIL e Angelo Catania della UIL FPL, che componevano la delegazione, sono stati  informati dal personale preposto che “il Presidente non riceve i rappresentanti sindacali ma soltanto i dipendenti dell’Istituto”. – si legge nella nota firmata dai relativi segretari provinciali- decide lui, con piglio “autoritario”, chi può e chi non può essere ammesso alla sua presenza, da novello sovrano che concede o toglie il privilegio di essere ammessi a corte”. 

Una discrezionalità che i rappresentanti sindacali giudicano lontanissima dai diritti costituzionali mentre sette dipendenti fanno i conti con la sospensione del rapporto di lavoro e con unica garanzia l’80% dello stipendio per 24 mesi.

I sindacati ne approfittano dunque per ricordare che a proposito delle scelte della Regione operate a danno dei dipendenti, “non è stata fornita alcuna informativa e comunicazione preventiva alle organizzazioni sindacali  e non è stato posto in essere alcun tentativo concreto di mettere in atto forme di mobilità verso altri enti. Infine si è proceduto nella scelta dei soggetti da porre in mobilità, attraverso l’adozione di criteri discrezionali, non trasparenti e attuando un illegittimo demansionamento del personale rimasto in carico. Di questo volevamo parlarle Signor Presidente della Regione, di questo e della necessità di cercare insieme un rimedio, ma lei non parla con i rappresentanti sindacali”.

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