La Pfizer replica ai sindacati: “Stabilimento di Catania fondamentale”

Pfizer risponde ai sindacati. Le associazioni di categoria sostengono a viso aperto i dipendenti della struttura etnea che, tra un mese esatto, si asterranno dal lavoro.Scioperando contro i licenziamenti, l’incertezza e la mancata progettualità che aleggiano sul futuro della sede catanese.

Questa la nota della multinazionale farmaceutica:

“Nell’ambito dei consueti processi aziendali, Pfizer rivaluta periodicamente le attività delle proprie sedi in tutto il mondo al fine di garantire la continuità nella produzione dei farmaci secondo elevati standard di efficienza e sicurezza. Lo stabilimento di Catania svolge un ruolo fondamentale per Pfizer. Inclusa la risposta alla pandemia, la produzione di importanti medicinali iniettabili sterili e antibiotici per i pazienti di tutto il mondo. Il sito continuerà a essere parte integrante della rete globale di produzione e fornitura Pfizer e, infatti, è stato programmato un intervento di modernizzazione. Con un ulteriore investimento di 27 milioni di euro nei prossimi tre anni”.

“In previsione di questo investimento, Pfizer ha identificato alcuni adeguamenti necessari. Dovuti anche al calo della domanda dei volumi produttivi di un antibiotico iniettabile. Che porteranno a una riduzione dell’organico. Al fine di supportare tutte le persone coinvolte in questo processo, l’azienda ha avviato un confronto con i sindacati ed è impegnata a identificare le misure più adeguate”

Le parole di Giuseppe Campobasso, direttore del sito produttivo Pfizer Catania

Questi cambiamenti si rendono necessari per garantire il futuro dello stabilimento qui a Catania” . Afferma Giuseppe Campobasso, direttore del sito produttivo. “In questa fase difficile, i colleghi sono la nostra priorità. Stiamo lavorando insieme con le organizzazioni sindacali. Per valutare tutte le opzioni possibili e abbiamo identificato ed offerto alcune opportunità. Che si potranno concretizzare nel trasferimento all’interno della nostra stessa rete di produzione in Italia, oltre che supportare economicamente l’uscita e facilitare il ricollocamento”.

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