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Dentro Catania

L’Ambulanza della morte: arrestato Agatino Scalisi

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Redazione

Ieri, su delega della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Catania, i Carabinieri di Paternò hanno dato esecuzione ad una ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.U.P. presso il Tribunale di Catania nei confronti di Agatino Scalisi, nato ad Adrano il 15.06.1975.

L’uomo è gravemente indiziato in ordine ai delitti di omicidio volontario pluriaggravato ed estorsione aggravata e continuata in concorso.

Con l ’aggravante di aver commesso tali reati con modalità mafiose e al fine di agevolare le attività illecite del clan “Mazzaglia-Toscano-Tomasello ”, attivo nel comune di Biancavilla (CT) e del clan “Santangelo ”, attivo nel comune di Adrano.

Entrambi i clan sono considerati articolazioni locali della organizzazione mafiosa “Santapaola – Ercolano” di Catania.

30 ANNI A SCALISI, ERGASTOLO PER GAROFALO

Il provvedimento custodiale veniva richiesto da questo Ufficio a seguito della sentenza di condanna in primo grado dello SCALISI a 30 anni di reclusione, lo scorso novembre dal G.U.P. del Tribunale di Catania, all’esito del giudizio abbreviato in relazione all’operazione convenzionalmente denominata “Ambulanza della morte”.

Con riguardo alla quale, di recente, la Corte D’Assise di Catania aveva condannato con sentenza di primo grado alla pena dell’ergastolo il coimputato Garofalo Davide.

Le condanne, stabilite in esito al giudizio di primo grado, non sono ancora definitive ed in relazione alle stesse Garofalo ha già presentato appello, facoltà che può ancora essere esercitata da Scalisi.

Secondo la ricostruzione di questa Procura Distrettuale (imperniata essenzialmente sulle dichiarazioni dei testimoni e dei parenti delle vittime), condivisa dal Giudice, i due commettevano i delitti durante il trasporto con ambulanza privata dall’Ospedale di Biancavilla alle rispettive abitazioni.

Gli omici sarebbero avvenuti tramite iniezioni di aria per via endovenosa da parte degli addetti alle ambulanze.

Agatino Scalisi, che aveva scelto il rito abbreviato, è stato condannato per un solo episodio di omicidio.

Commesso ai danni di una anziana signora gravemente malata, trasportata il 05.04.2014 dall’Ospedale di Biancavilla alla propria abitazione ove giunse già deceduta.

Mentre la Corte D’Assise di Catania ha condannato Garofalo per tre diversi episodi di omicidio aggravato.

Entrambi hanno ricevuto condanna anche per estorsione aggravata.

Commessa in concorso ai danni della ditta di onoranze funebri dei fratelli Arena Giuseppe e Luca, poi divenuti testimoni di giustizia.

QUANTO GUADAGNAVANO

Secondo l’impostazione accusatoria, attraverso tale condotta gli imputati incrementavano il loro guadagno, svolgendo anche il servizio di vestizione delle persone decedute.

La somma percepita si aggirava intorno a un importo aggiuntivo di circa euro 200/300.

Come si è detto, inoltre, il Gup ha condannato lo Scalisi per il delitto di estorsione, aggravata e continuata in concorso.

Azione criminosa commessa ai danni dei titolari dell’agenzia di pompe funebri di proprietà dei fratelli Luca e Giuseppe Arena.

A essi, secondo l’accusa, imponevano di cedere l’utilizzo gratuito e la gestione di una autombulanza intestata a uno dei fratelli.

Minacciando gli stessi in modo implicito sia di cagionare gravi danni ai beni aziendali dell’agenzia, che di porre in essere ritorsioni personali.

Nel provvedimento custodiale il G.I.P. ha evidenziato anche la circostanza che lo stesso Scalisi, nel corso del processo e sino al 2020 aveva continuato a trasportare malati a bordo di mezzi non idonei.

Il tutto, senza alcuna autorizzazione o abilitazione sanitaria.

L’arrestato si trova adesso presso la Casa circondariale di Catania “Bicocca”.

Redazione

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