Lavorano in nero e prendono il reddito di cittadinanza

I finanzieri del Comando Provinciale di Siracusa hanno individuato, nell’ambito dei controlli in materia di contrasto al lavoro irregolare, tre soggetti impiegati totalmente “in nero” in due esercizi commerciali nel cuore del centro storico di Noto.

Le operazioni di servizio, eseguite dai militari della locale Tenenza, rientrano nel più ampio dispositivo di controllo economico del territorio predisposto dal Comando Provinciale di Siracusa.

Durante l’accesso nel primo locale, le Fiamme Gialle hanno sorpreso un cittadino extracomunitario, gravato da un decreto di espulsione dal territorio dello Stato italiano, mentre svolgeva l’attività lavorativa in assenza di qualsiasi rapporto d’impiego.

Il datore di lavoro, oltre a essere stato segnalato alla Procura della Repubblica di Siracusa per aver impiegato un lavoratore senza permesso di soggiorno, è stato sanzionato amministrativamente con l’irrogazione della maxi-sanzione aggravata che va da un minimo di euro 2.160,00 ad un massimo di euro 12.960,00.

Nel corso del secondo controllo, invece, entrambi i dipendenti presenti all’interno dell’attività commerciale sono risultati in nero e percettori di reddito di cittadinanza.

Per tale motivo è stata irrogata al datore di lavoro una maxi sanzione aggravata per ciascuno dei lavoratori ed è stata richiesta all’Ispettorato Territoriale del Lavoro la sospensione dell’attività imprenditoriale in quanto l’impiego di personale non risultante dalla documentazione obbligatoria era superiore al 20% del totale dei lavoratori presenti sul luogo di lavoro oggetto di accertamento.

Per i due lavoratori si è proceduto alle segnalazioni all’INPS, da cui è scaturita la decadenza immediata del beneficio del reddito di cittadinanza, come previsto dall’art. 7 comma 5, lett. h), D.L. n. 4/2019.

In questo periodo emergenziale l’operazione di servizio testimonia il ruolo strategico della Guardia di Finanza nell’assicurare il necessario presidio di legalità per contrastare fenomeni di sfruttamento della manodopera irregolare o “in nero” e di percezione dei contributi

pubblici senza averne diritto, sia in danno del tessuto imprenditoriale che agisce nel rispetto delle norme fiscali e contributive, sia delle fasce di cittadini più deboli.

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