Il “Tempio dell’Acqua” di Palermo, conosciuto come le Sorgenti del Gabriele, si trova nella zona orientale dell’aeroporto di Boccadifalco, regalando ai visitatori un’esperienza magica e unica.
Le Sorgenti del Gabriele, gestite attualmente dall’Amap, devono il loro nome all’arabo “Garbel” o “Garbellei,” che tradotto significa “Grotta irrigante.” Questo luogo sotterraneo, situato ai piedi della famosa “conigliera” e sotto la via Umberto Maddalena, ha una storia avvincente che affonda le radici nel primo decennio del 1700.
La storia di questo luogo straordinario si sviluppa quando le sorgenti erano ancora a cielo aperto, circondate da una vegetazione lussureggiante. L’acqua cristallina alimentava i mulini cittadini e i bacini artificiali della Zisa e della Cuba, come testimoniato dai documenti risalenti al Villabianca nel 1700. Tuttavia, a causa dell’inquinamento derivante dall’uso quotidiano, il sito fu chiuso e coperto nel 1771 per preservare la qualità dell’acqua.
Per raggiungere questo luogo incantato, si può accedere attraverso via Villa Nave o via Riserva Reale, durante eventi speciali come “Le vie dei tesori” o “Palermo apre le porte”. Le quattro sorgenti, denominate Cuba, Gabrielotto, Campofranco e Nixio, formano un complesso alimentato dalla falda acquifera del massiccio Sagana-Monte Cuccio.
Le Sorgenti del Gabriele accolgono i visitatori con un’atmosfera unica. Attraverso edifici bianchi immersi nella vegetazione mediterranea, si scende una ripida scala che conduce a un ambiente straordinario illuminato artificialmente. Questo luogo sotterraneo, con volte di mattoni, offre frescura e il suono rilassante delle acque che sgorgano, creando un caratteristico laghetto.
Il percorso delle “Sorgenti del Gabriele”
Il percorso delle “Sorgenti del Gabriele” inizia attraverso stretti cunicoli illuminati artificialmente. Munendosi di stivali e caschi, i visitatori possono discendere una scala a pioli che conduce al canale del Gabriellotto. Qui, l’acqua raggiunge un’altezza di trenta centimetri, conducendo a un bivio esplorabile solo con l’uso di torce. Lungo il percorso, i muri di mattoni testimoniano la preservazione delle acque.
Il percorso continua attraverso stretti cunicoli, offrendo uno sguardo alle strutture di mattoni costruite per proteggere la purezza dell’acqua. L’atmosfera sotterranea rivela la storia del luogo, incluso il tentativo, nel passato, di superare uno sbarramento naturale con dinamite, come evidenziato da buchi nelle pareti rocciose.
Le quattro sorgenti, “Cuba, Gabriellotto, Campofranco e Nixio“, regalano visioni affascinanti. La sorgente Cuba mostra l’acqua che affiora dalle rocce, mentre Gabriellotto rivela una sezione esplorabile solo con torce. La sorgente Nixio, con la sua acqua cristallina, crea riflessi e bolle d’aria concentriche, chiudendo in bellezza questa straordinaria esplorazione nel sottosuolo palermitano.
Il “Tempio dell’Acqua“, non è solo una testimonianza della storia di Palermo ma rappresenta anche un’opportunità per i visitatori di immergersi in un ambiente sotterraneo pieno di mistero e bellezza. Un viaggio che attraversa secoli di storia, trasformando un luogo dimenticato in una tappa fondamentale per gli appassionati di esplorazione e cultura.
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