Correva il ventinovesimo giorno del mese di luglio dell’Annus Domini 2021, quando Savvuccio annuncò trionfante su Feisbùkki che anche Catania, come le grandi città europee, avrebbe avuto la sua ruota panoramica. Come London Eye – l’occhio di Londra – ma meglio che a Londra: ben cinquanta metri dai quali poter ammirare lo spettacolo abbacinante dell’Etna e del mare, immersa nell’inimitabile barocco settecentesco e sommersa dal profumo inebriante di zagara. In grado da sola di attrarre appassionati da tutta la Sicilia e di sbalordire migliaia di turisti, volàno di bellezza, cultura e crescita economica. Insomma proprio quello che mancava in questa città, l’unica cosa che mancava in questa città…
Ovviamente un progetto di tal portata non poteva che essere frutto di uno studio approfonditissimo e di maniacali analisi di fattibilità, impatto ambientale e sostenibilità economica, per cui Savvuccio, di concerto con l’Assessore alle Attività Produttive e i dirigenti del Comune, si è spremuto le meningi come non mai e come solo quello straordinario consesso può essere in grado propiziare. Così, probabilmente davanti a ‘na granita ca brioscia, ha partorito l’idea del secolo: “facciamola a piazzale Sanzio!”. A quel punto non può che essere partita un’ammirata e irrefrenabile “ola”.
I proprietari della ruota, lungimiranti imprenditori pronti ad investire nella città dell’elefante, avevano scioccamente chiesto come location Villa Bellini o il porto, ma quelle volpi dei nostri amministratori hanno pensato bene di trovare quel posto assai più consono. Perché incastonarla nel barocco patrimonio Unescu o costruirla davanti al mare per far decollare l’industria del divertimento alla playa? Non è meglio davanti allo stupendo istituto Lombardo Radice, tra sfavillanti palazzoni anni settanta e con vista su via Giuffrida, Circonvallazione e Picanello? Magari anche affacciata su immensi cartelloni pubblicitari di hard discount e macellerie? Certo, u mari e l’Etna si virunu comu da terrazza di Kevinni e u ciauru è chiddu de marmitte catalitiche, ma sono solo stupidi e superflui dettagli…
In pochissimi giorni si è dunque passati dalla parole ai fatti – che se ci stessero lo stesso tempo per asfaltare le strade saremmo meglio di Montecarlo – e il Catania Eye ha finalmente visto la luce: nasceva così un superbo gigante che si stagliava troneggiando sul lussureggiante parco Falcone…il fiore all’occhiello dell’Europa meridionale o forse dell’intero bacino del Mediterraneo.
Tra i fruitori della nuova meravigliosa struttura non poteva certamente mancare la meglio gioventù catanese: Maicoll ca ci puttau Sciantalli pi darici l’anello di fidanzamento da cento chili, Jessika ca si fici i selfie con la funcia a cratere silvestre per poi postarli sotto la scritta “Fly in Catania”, Jonata ca jeva a mangiari ndo camion dei panini – perché #accatania quannu ci su sti cosi c’è sempre un camion dei panini vicino – e gli immancabili carusiddi col capello a suppera pronti a gareggiare in scooter sentendosi sulla pista di Suzuka, anch’essa famosa – ma decisamente meno – per la sua ruota panoramica. Per il resto poco altro, anzi praticamente nient’altro…
A questo punto, onestamente, quale poteva essere l’inevitabile epilogo di questa mirabolante iniziativa made in Catania? Che ovviamente i proprietari della ruota s’arricugghiennu pupi e barattelli e smuntannu addirittura un mese prima della scadenza della concessione, che in origine si pensava sarebbe stata prorogata almeno sino a Natale. E’ morto così, tra risatine e “te lo avevo detto”, il tanto discusso “Occhio di Catania”, accecato come quello di Polifemo tra le prese in giro di sarcastici Ulisse…