Maltempo, reazioni dal mondo del lavoro e della politica

Il maltempo a Catania continua a far registrare danni immani su tutto il territorio etneo. Fanno riflettere le immagini delle auto trascinate via dalla corrente in strada e le piazze di Catania del tutto allagate. Una situazione che, purtroppo, rischia di diventare troppo frequente evidenziando una difficoltà nell’affrontare calamità di questo tipo.

A mandare un segnale di mobilitazione immediata i sindacati dei lavoratori che denunciano il carattere statico dell’amministrazione di fronte a eventi del genere. In prima linea per il mondo del lavoro spiccano CISL e CGIL a sottolineare la necessità di uno stato d’emergenza a Catania. Dal mondo della politica, invece,

ATTANASIO, SEGRETARIO CISL: “DAL 2018 NON E’ CAMBIATO NIENTE”

Sulla questione legata al disastroso maltempo interviene Maurizio Attanasio, Segretario Generale CISL Catania, che sottolinea come cataclismi del genere non siano straordinari.

Attanasio dichiara: “Catania sta vivendo delle ore drammatiche. Dal 2018 non è cambiato niente: non c’è ancora un piano di sicurezza adeguato per affrontare eventi meteorologici ricorrenti; per mantenere accessibile la zona industriale; per garantire la sicurezza a lavoratori, famiglie e imprese. Qualcosa va fatta subito! Abbiamo chiesto alla Prefettura di dichiarare lo stato di emergenza per rendere più spedita la richiesta immediata dello stato di “calamità naturale” per la provincia di Catania”.

Attanasio spiega: “Ve bene l’eccezionalità di eventi come quello in corso, che ormai purtroppo ci siamo accorti ripetersi con regolarità ma è anche vero che ci si ritrova sempre del tutto impreparati ad affrontare situazioni analoghe. E oggi dobbiamo anche contare delle vittime. Tutto ciò è inammissibile“.

E aggiunge: “Siamo fortemente preoccupati anche per l’assenza di un piano straordinario di intervento immediato che fornisca precise indicazioni sulle misure emergenziali da adottare, in special modo in quelle aree critiche più vulnerabili e ormai sommerse dall’acqua, strutture ospedaliere comprese come il San Marco e il Garibaldi-Nesima. In tre anni, a quanto pare, nulla è stato fatto per mitigare realmente il rischio di dissesto idrogeologico e idraulico delle zone più esposte”.

ATTANASIO E IL FOCUS SULLE CONDIZIONI NELLA ZONA INDUSTRIALE

Inoltre Attanasio sceglie la zona industriale come esempio di impraticabilità per via delle forti piogge. Attanasio afferma: “Non vogliamo nemmeno trovare colpevoli, ma non è possibile che periodicamente la zona industriale diventi impraticabile per tutti: lavoratori, imprese, fornitori”.

Spiega Attanasio: “Dalla Enel Green Power alla StM, dal CPA di Poste al deposito AMT tutto è un lago senza soluzione di continuità con industrie isolate, lavoratori che non possono uscire dagli stabilimenti e lavoratori che non possono accedervi. Un unico specchio di acqua piovana che, oltre tutto, non fa altro che rendere ancora più insidiose le carenze strutturali della viabilità dell’area”.

E insiste: “Giungono il grido di aiuto di centinaia e centinaia di lavoratori di tutte le categorie, pubbliche e private, rimasti barricati nelle aziende, negli ospedali cittadini e nelle strutture pubbliche, e altrettanti non possono recarsi nei luoghi di lavoro in quanto non posso accedere nelle aree devastate dall’acqua e dai detriti”.

IL SEGRETARIO CISL INVOCA LO STATO D’EMERGENZA

Attanasio chiede lo stato d’emergenza a gran voce. Attanasio dichiara: “A questo si aggiunge, paradossalmente, l’ulteriore tensione dettata dall’assenza di direttive chiare che insistono in quelle aree e non rimodulano le loro attività riconoscendo ai lavoratori, per tutelare la loro incolumità, di restare a casa”.

E conclude: “Non condividiamo la decisione di non giustificare, specialmente in allerta rossa, le lavoratrici ed i lavoratori che non si possono recare nei luoghi di lavoro. Riteniamo, invece, che debbano essere adottate tutte le misure di prevenzione atte a tutelare e salvaguardare la salute e la vita delle persone, ancor prima del profitto e dei target produttivi“.

L’INTERVENTO DI CGIL CATANIA: “CHE FINE HANNO FATTO GLI INTERVENTI SULLE INFRASTRUTTURE?”

Anche la CGIL Catania interviene sulle momento drammatico a Catania. Nello specifico la CGIL chiede l’operato di un gruppo di lavoro permanente nell’ambito di sicurezza territoriale e trasparenza sugli interventi alle infrastrutture catanesi. Anche CGIL fa riferimento al cataclisma del 2018 che sconvolse la provincia etnea.

La nota della CGIL Catania: “Ogni anno facciamo i conti con un clima che cambia e che ci rimanda sempre più al modello tropicale. Chi non ricorda i disastri del maltempo del 2018 quando la Sicilia,  in poche ore di un drammatico novembre, arrivò a contare ben 12 vittime? Venne proclamato lo stato d’emergenza e l’allora presidente del Consiglio visitò l’Isola e annunciò investimenti per le infrastrutture”.

CGIL chiede chiarezza: “Oggi ci chiediamo cosa hanno fatto le istituzioni locali su questo fronte. Ci chiediamo quali e quante siano state in questi anni le operazioni di Comune e Regione avviate e concluse a tutela della sicurezza del nostro territorio. O anche quali e quante strutture pubbliche di recente fabbricazione siano state costruite con pendenze adatte a fronteggiare, anche alla meno peggio, allagamenti come quelli in atto nei piani terra degli ospedali. Non basta – seppure sia doveroso- chiudere le scuole e obbligare gli esercenti ad abbassare le saracinesche per scongiurare il peggio. Ne va delle nostre vite e della nostra economia. “.

Conclude la nota: “Chiediamo l’istituzione di un gruppo di lavoro permanente che monitori ogni fase della catena di montaggio, istituzionale e territoriale  che si occupa di sicurezza territoriale mettendo da parte appartenenze e particolarismi. Le soluzioni non sono più rimandabili”.

MALTEMPO CATANIA, BARBAGALLO (PD): “ROMA CONCEDA STATO DI CALAMITA'”

Sul fronte della politica vengono in risalto le dichiarazioni di Anthony Barbagallo, segretario regionale del Partito Democratico della Sicilia. Barbagallo infatti lancia un appello ai vertici del Governo per ottenere lo stato di calamità sul territorio siciliano.

Barbagallo afferma: “Chiediamo al Governo nazionale di riconoscere prima possibile lo stato di calamità alla Sicilia colpita da un eccezionale ondata di maltempo: strade allagate, città invase da fiumi di acqua, collegamenti bloccati e purtroppo anche due vittime accertate e una dispersa a causa della furia incontrollabile dell’acqua. La situazione è veramente drammatica”.

Conclude Barbagallo: Il Governo deve riconoscere lo stato di calamità per consentire interventi celeri e immediati”.

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