La trasmissione “Amore Criminale”, in onda su Raitre, si occupa di un caso di femminicidio dimenticato, quello di Marianna Sandonà.
Un nuovo caso di femminicidio dimenticato torna alla ribalta della cronaca nazionale, grazie all’interesse da parte di una delle trasmissioni più interessanti della nostra televisione. Stiamo parlando di “Amore Criminale”,il programma in onda su Raitre e che è condotto da Emma D’Aquino. Nella puntata in onda il 7 dicembre 2023, al centro dell’attenzione il caso della morte violenta di Marianna Sandonà.
L’omicidio è avvenuto l’8 giugno 2019: Marianna Sandonà venne colpita con una ventina di coltellate inferte da Luigi Segnini, un camionista di 41 anni di Torri di Quartesolo, in provincia di Vicenza. L’uomo era l’ex compagno della donna uccisa con indicibile violenza, nel retro del palazzo dove abitava a Montegaldella, sempre nel Vicentino.
Un amico di Marianna Sandonà, il 43enne Paolo Zorzi, anche lui collega della Dab Pump di Mestrino, residente a Cervarese Santa Croce, è stato gravemente ferito da due fendenti inferti da Segnini. L’uomo gravemente ferito cercava di soccorrere la donna. Segnini, dopo l’aggressione, ha tentato di togliersi la vita, colpendosi con la stessa arma al torace e al collo.
In Appello, è stato condannato a vent’anni di carcere per la morte della sua ex fidanzata, Marianna Sandonà, e contestualmente per il tentato omicidio dell’uomo che aveva provato a salvarle la vita. Una storia terribile, che aveva lasciato all’epoca tutti senza parole.
Una morte di cui ci siamo dimenticati tutti, quella di Marianna Sandonà, come quella di Juana Cecilia Hazana Loayza, della quale la trasmissione di Raitre è tornata a occuparsi la settimana scorsa. Marianna era una donna di 43 anni con una vita stabile e un lavoro, indipendente ma spesso si rifugiava dai suoi genitori. Qui si trovava anche la sera in cui è morta, uccisa dal suo ex fidanzato.
I genitori della donna, disperati per la perdita della figlia, hanno raccontato degli avvertimenti precedenti riguardo alle tensioni tra la coppia, dopo la sentenza d’Appello il padre di Marianna Sandonà ha spiegato che ritiene insufficienti 20 anni di carcere per cui ha ucciso sua figlia. Segnini, nel frattempo, è ancora detenuto in attesa del giudizio della Cassazione.
Paolo Zorzi, dopo un periodo in coma, oggi sta bene, ma sostiene che il raid contro di lui e la donna uccisa, messo a punto da Segnini, non sarebbe stato casuale: lui, così come i genitori della vittima, hanno chiesto che piena verità e giustizia emergessero su quel tremendo femminicidio.
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