Messina Denaro, arrestata la figlia dell’amante: “Come una figlia”, particolari inquietanti

Martina Gentile, figlia dell’amante di Messina Denaro, è stata arrestata dopo che sono emersi nuovi dettagli contro di lei.

Martina Gentile figlia Messina Denaro
Martina Gentile si difende in un’intervista tv (Catanialive24.it)

Finisce nei guai Martina Gentile, figlia della maestra Laura Bonafede, ossia la donna con cui Matteo Messina Denaro, il boss arrestato meno di un anno fa e poi morto di cancro a fine settembre scorso, aveva una relazione.

La giovane è accusata di favoreggiamento aggravato, dopo che già in passato era stata comunque messa sotto accusa, ma su di lei non erano emerse prove tali da giustificare provvedimenti restrittivi come lo stato di arresto.

Le accuse a Martina Gentile, la figlia dell’amante di Messina Denaro, alla madre e agli volti noti di Campobello di Mazara

Perquisizione in uno dei covi di Messina Denaro
Perquisizione in uno dei covi di Messina Denaro (Catanialive24.it)

La notizia è emersa nella mattinata di oggi e a darne notizia è l’agenzia di stampa Ansa: nuovi elementi investigativi hanno cambiato la situazione e aggravato appunto il quadro nei confronti della giovane figlia di Laura Bonafede. Nelle scorse ore, anche la posizione della maestra, cugina di Andrea Bonafede, il geometra che ha aiutato il boss durante la sua latitanza “prestandogli l’identita”, si è aggravata.

Laura Bonafede, che è figlia del defunto padrino di Campobello, Leonardo, viene infatti ora accusata di associazione mafiosa, in quanto sarebbe emerso dalle indagini che era di fatto ai vertici di un sistema di protezione, che avrebbe garantito la latitanza trentennale del boss. Lei stessa, nel periodo della pandemia, si prodigava di andare a fare la spesa per Messina Denaro e aveva altri compiti.

Più leggera, ma in ogni caso molto grave, risulta anche la posizione della figlia di Laura Bonafede: la giovane viene incastrata proprio dagli stessi pizzini che Messina Denaro faceva circolare e in cui erano presenti annotazioni con un puntino o la parola “Tan”. Proprio questa parola, per gli inquirenti, è l’abbreviazione di Tania, ossia il nome con cui il boss si rivolgeva a Martina Gentile.

Diversi documenti criptati rinvenuti durante la perquisizione del nascondiglio del boss latitante coinvolgono e mettono nei guai dunque, oltre a Martina Gentile, anche la madre e un’altra donna, Lorena Lanceri, già arrestata in precedenza.

Sia quest’ultima che la Gentile, peraltro, lavoravano nello studio di architettura gestito da un noto politico locale, che – indagato anche egli – ha dato le dimissioni da incarichi pubblici. Lo studio professionale viene ritenuto una sorta di crocevia di questi pizzini, mentre emerge come Messina Denaro considerasse Martina Gentile, mamma di un bambino di pochi mesi, una sorta di figlia.

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