“Nessuno impedisca di esercitare il mio diritto”:continua la vicenda Via Castromarino

Inopinatamente e ingiustificatamente CMC Ravenna, il Comune di Catania e la Protezione Civile stanno frapponendo ostacoli di ogni sorta, affinché io possa andare a prelevare i miei mobili e suppellettili, da quella casa che secondo un PM di Catania è crollata da sola. Mi riferisco al famoso crollo del 20 gennaio 2020 di Via Castromarino. Io, domani mattina alle 7 sarò sotto casa mia con gli operai che ho ingaggiato per prendere i miei beni. Chiusi in quella casa da due anni e non consentirò a nessuno di impedirmi di esercitare un mio sacrosanto diritto […] è impossibile continuare a tollerare tutto ciò all’interno di uno Stato di diritto come lo è l’Italia. La mia famiglia ha diritto a riavere i propri beni “sequestrati” all’interno di casa nostra”

Queste le parole della Signora Pappalardo, una delle abitanti del palazzo crollato due anni fa in Via Castromarino. Il suo obiettivo è quello di entrare in casa sua e recuperare i mobili di sua proprietà all’interno dell’ abitazione, ormai, inagibile. Il Comune di Catania e la Protezione Civile, insieme alla CMC Ravenna, non le consentono, infatti, di fare ingresso nella sua casa per provvedere al trasloco dei mobili, necessari per stabilirsi nella sua nuova abitazione in modo adeguato e, soprattutto, dignitoso.

” Da qui a pochi giorni mi trasferirò nella nuova casa, dopo due anni di sistemazioni provvisorie, ma sarò costretta a dormire in un sacco a pelo” aveva raccontato qualche settimana fa, la Signora Oriana Pappalardo in occasione della protesta organizzata dalle famiglie sfollate ai piedi del palazzo crollato.

Per capire meglio:

CAOS VIA CASTROMARINO, LA PROTESTA: “PERCHÈ IL RISARCIMENTO SOLO AD ALCUNE FAMIGLIE?”

Catania, Via Castromarino. La protesta delle famiglie.

“Ci troviamo in una situazione inspiegabileSoltanto otto famiglie sono state risarcite, di cui solo tre effettivi abitanti del palazzo infatti per ciò che riguarda gli altri, sono proprietari di botteghe e seconde case. Invece chi abitava il palazzo con persone anziane e bambini, è stato arbitrariamente escluso dal risarcimento (ndr). La motivazione è che la C.M.C. (società a cui hanno affidato i lavori) sostiene di non avere responsabilità per ciò che riguarda il crollo“.

Sono queste le parole di Oriana Pappalardo: era una delle abitanti dell’immobile di Via Castromarino crollato due anni fa a causa della profonda e vasta voragine nel cortile interno del palazzo. A seguito dei lavori per l‘ampliamento della metropolitana. Lei, insieme ad altri abitanti, era oggi presente alla conferenza stampa che si è tenuta proprio sotto lo stabile.

“La casa è inagibile, ma non è sotto sequestro. Nonostante ciò, non posso fare ingresso in casa mia perché la ditta che cura i lavori per la creazione della Metropolitana, me lo ha impeditoNon posso neanche riavere i miei mobili. Da qui a pochi giorni mi trasferirò nella nuova casa, dopo due anni di sistemazioni provvisorie, ma sarò costretta a dormire in un sacco a pelo” racconta la Signora Pappalardo

L’intervento dell’Avvocato Lipera

Presente alla Conferenza Stampa anche l’Avvocato Giuseppe Lipera che assiste gli sfollati di Via Castromarino. “Poteva essere una strage e miracolosamente non lo è stata. Cambiare casa è un trama, immaginiamo poi, cosa hanno provato gli abitanti di questo palazzo che lo hanno fatto forzatamente. La C.M.C. ha acquistato alcuni appartamenti: alcuni sì altri no. Ciò rappresenta un errore grosso e grossolano. L’acquisto da parte della C.M.C. degli appartamenti sta a significare che hanno ammesso le proprie responsabilità. Ma non avevamo bisogno di quest’azione per capire chi fosse il responsabile di questa catastrofe”

L’avvocato Lipera, poi, fa espresso riferimento alla vicenda giudiziaria. Che lega le famiglie di Via Castromarino e precisa: “La Procura ha assunto una consulenza tecnica di parte che conferma le nostre ipotesi. E’ grave poi che, da oltre un anno, venivano condotte delle indagini preliminari e non si veniva mai a conoscenza dei nomi degli indagati. Sono dovuto, infatti, ricorrere a un Procuratore Generale alla Corte Suprema: e solo in quell’occasione, sono venuti i fuori i nomi degli indagati: sono due responsabili della C.M.C. Ma c’è di più: il P.M ha proposto al GIP l’archiviazione del procedimento– in riferimento all’archiviazione del caso- l’avvocato esclama ironizzando: “Il palazzo è crollato autonomamente”

Continua poi, spiegando che il risarcimento è avvenuto per alcuni soggetti e per altri no: “Il 25 gennaio ci sarà l’udienza preliminare di fronte al GIP e insisteremo nella nostra opposizione”

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