Una società di noleggio imbarcazioni fittizia. Un sistema di frode che ha permesso a tre imprenditori di acquisire fondi pubblici indebitamente. Per questo la guardia di finanza di Messina gli ha notificato l’interdizione dall’esercizio dell’attività di impresa e professionale, in qualsiasi forma, per la durata di un anno. Ai tre sono anche state sequestrate somme e beni per un valore di 135 mila Euro.
L’INDAGINE
Nel dettaglio l’indagine si è focalizzata su una serie di anomalie relative ad una società, con sede a Portorosa, attiva nel settore turistico-marittimo, che aveva richiesto ed ottenuto un finanziamento agevolato di € 134.959,00.
In tale ambito, i mirati preliminari riscontri eseguiti consentivano di rilevare come la medesima risultasse priva di qualsiasi struttura logistica e predisposta al solo fine di accedere alle linee di credito destinate a sostenere lo sviluppo di piccole attività imprenditoriali ad opera di disoccupati o persone in cerca della prima occupazione: agevolazioni finanziarie consistenti in contributi a fondo perduto e mutui a tasso agevolato, gestiti dalla società pubblica “Invitalia SpA”.
Di qui, quindi, l’avvio di più penetranti approfondimenti, disposti dall’Autorità Giudiziaria barcellonese, nei confronti degli imprenditori I.A. cl. 83, M.G. cl. 66 e G.M. cl. 78. I tre grazie alla società avrebbero presentato un progetto d’investimento finalizzato al “noleggio imbarcazioni con skipper o senza skipper, gite turistiche ed escursioni giornaliere con skipper”, da sottoporre al vaglio dei funzionari di “Invitalia SpA”, deputati all’istruttoria della pratica di finanziamento.
Per ottenere il finanziamento sarebbe stata falsificata l’autorizzazione di agibilità di un immobile, attraverso una lettera riproducente, illecitamente, il logo del Comune di Furnari (ME), giungendo persino a produrre un contratto di locazione commerciale riportante, anche in questo caso falsamente, il timbro di registrazione dell’Agenzia delle Entrate di Barcellona Pozzo di Gotto.
IL RETROSCENA
Ma non solo: dall’indagine è emerso come le provviste finanziarie illecitamente acquisite venissero utilizzate per l’acquisto di 5 imbarcazioni di diverse dimensioni, concesse in locazione ad altra impresa, in violazione degli obblighi scaturenti dai termini contrattuali convenuti con Invitalia Spa, ovvero svolgendo, in tal modo, un’attività commerciale diversa da quella ammessa dall’agevolazione e contraria agli obblighi contrattuali imposti per la concessione della sovvenzione.
In ultima analisi, gli elementi via via acquisiti consentivano al competente G.I.P. del Tribunale di Barcellona, sulla scorta del convergente e grave quadro indiziario documentato, avuto anche riguardo alla personalità degli indagati, di potersi esprimere in termini di esistenza di una struttura “ben organizzata e programmata con elementi propri di una certa professionalità” e, rispetto alla società investigata, di poterla ritenere “un mero strumento nelle mani degli indagati per ottenere il finanziamento a fondo perduto”, così disponendo le odierne misure interdittive nei confronti dei soggetti di riferimento della società, nonché il sequestro per equivalente del contributo a fondo perduto illecitamente ottenuto.