Casa di proprietà: cosa cambia nei contratti di locazione di immobili ad uso abitativo nel 2024: le novità
Il 70,8% delle famiglie italiane è proprietario della casa in cui vive e il 28,0% di questa ha anche altri immobili. Mentre l’8,7% gode della casa in usufrutto o a titolo gratuito, il 20,5% vive in affitto. Insomma, italiani popolo di proprietari (anche a Catania le percentuali sono alte) secondo il Rapporto Censis del dicembre 2022. Ciò significa che le nuove regole previste per il 2024 interessano tantissime persone.
Per chi è proprietario di un immobile locato o vive in affitto, un tema importante è quello della cedolare secca poiché negli anni questa imposta ha subito diverse modifiche e altre ce ne saranno nel 2024. Innanzitutto vediamo cos’è. È stato introdotta nel 2011 come imposta sostitutiva all’Irpef: è una scelta facoltativa per i contratti di locazione di immobili ad uso abitativo stipulati tra persone fisiche, infatti non riguardano l’attività d’impresa o professionale.
Fino al 2019 poteva essere applicata anche a immobili ad uso commerciale ma oggi riguarda solo quelli ad uso abitativo. È un’imposta che grava sul reddito derivante dalla locazione di un immobile. L’aliquota è fissata al 21% del canone di locazione annuo pattuito tra le parti ad eccezione per i contratti a canone concordato: in questi casi si applica un’aliquota del 10%.
La scelta della cedolare secca significa che il locatore rinuncia alla possibilità di richiedere l’aggiornamento del canone di locazione, anche se previsto nel contratto. Solitamente è il proprietario dell’immobile che deve farsi carico del pagamento ma deve essere specificato nel contratto di locazione, indicando che la cedolare secca è a suo carico.
Ma cosa cambia dal 2024? Nella prossima Legge di bilancio, è previsto un aumento della cedolare secca: 5% in più sugli affitti brevi passando dal 21 al 26% di tassazione per alcuni immobili locati fino a 30 giorni. In pratica chi vuole affittare il proprio immobile fino a un mese, dovrà rispettare questa tassazione alternativa al regime ordinario, applicando un’aliquota al 21% in caso di locazione della prima casa e al 26% per la seconda e altre case.
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